lunedì 3 maggio 2010

Reid, Eubanks, Blake, Snidero e altri maestri del jazz a Siena

Notizia tratta dal sito SienaFree.it
Maestri del jazz, europei e d'oltreoceano, insieme ai migliori giovani professionisti a Siena sul palcoscenico della Società Romolo e Remo della Contrada della Lupa. Tre eventi musicali di primissimo livello, fatti vivere con la Fondazione Siena Jazz per i giorni dedicati all'InJam, il più prestigioso Master di Alto Perfezionamento Jazzistico in Europa, ospitato nelle aule della Fortezza Medicea.
Si comincia giovedì 6 maggio (ore 21,45 ingresso libero) con alcuni grandi nomi americani e italiani. La prima formazione sarà infatti guidata da Rufus Reid, noto e raffinato contrabbassista, stimatissimo turnista al fianco di figure di primo piano della scena jazzistica americana, in particolar modo Dexter Gordon, Stan Getz, Dizzy Gillespie e Art Farmer, virtuoso strumentista la cui personalità si inserisce nel contesto della tradizione afro-americana bebop, hard bop e post bop.
Gli altri grandi protagonisti della serata saranno Massimo Manzi, batterista che ha collaborato spesso con solisti di fama internazionale come Jerry Bergonzi e Lee Konitz, il trombettista e compositore Marco Tamburini che nel corso della sua carriera ha condiviso il palco con alcuni dei più noti jazzisti italiani e Pietro Condorelli, uno fra i migliori chitarristi jazz italiani.
Venerdì 7 maggio seconda serata: ci sarà modo di apprezzare il grande Robin Eubanks, uno dei più interessanti trombonisti contemporanei che con i suoi progetti partecipa ai più importanti jazz festival di tutto il mondo. Un altro protagonista della serata sarà Hein Van De Geyn, fra i più richiesti bassisti d'Europa. Ha suonato e girato in tour con artisti come Lee Konitz, Chet Baker, Toots Thieleman, Franco d’Andrea, nei più grandi festival europei con la grande Dee Dee Bridgewater. Seguirà il gruppo guidato da Michael Blake, musicista che occupa un ruolo di spicco nel panorama jazz internazionale sia come strumentista che come compositore e arrangiatore. Sassofonista tenore e soprano dal suono sensuale e aggressivo al tempo stesso, spazia con fluidità tra vari generi musicali.
L'ultimo protagonista della serata sarà Ben Perowsky, uno fra i più versatili e intelligenti batteristi sulla scena newyorkese; strumentista estremamente dotato, è artista curioso, a suo agio con John Zorn, Uri Caine, Ronnie Cuber o Dave Douglas, così come con Joan as Police Woman, gli Elysian Fields o Roy Ayers. Non casualmente, fu il fondatore di un gruppo estremamente flessibile - fra jazz, pop, rock, hip hop, funk e metal - come i Lost Tribe.
La terza serata alla Società Romolo e Remo, sabato 8 maggio, sempre con inizio alle ore 21,45, vede un grande trio di maestri del jazz, distribuiti in altrettanti ensamble. Si tratta di Jim Snidero, sassofonista alto dal suono e dalla tecnica formidabile, a cui seguirà il gruppo di Danilo Rea, pianista che ha raggiunto traguardi internazionali con i Doctor 3. L'ultimo “combo” è guidato da Danilo Perez, che nel corso della sua prestigiosa carriera ha affiancato altri giganti statunitensi come Dizzy Gillespie. Nella sua musica la componente latina si intreccia con le timbriche armoniche e ritmiche del jazz contemporaneo. Tre grandi eventi destinati agli appassionati della migliore musica, ma anche a chi vuole trascorrere serate di puro divertimento, con alcuni fra i protagonisti della musica di oggi, abili strumentisti che riescono ad andare oltre ogni confine di generi e generazioni.
Ma sono concerti che segnano anche la rilevanza mondiale dell'International Jazz Master. La Fondazione Siena Jazz è l'assoluta protagonista del primo corso biennale di alta formazione mai organizzato in Italia e in Europa a questi livelli d’eccellenza. Un corso veramente unico sia per l'alta qualità dei docenti che per la qualità dei contenuti didattici, realizzato con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi ed il sostegno del Comune di Siena, della Provincia di Siena e dell’ Associazione Jazzistica senese.

Il Jazz in Italia. Dallo Swing agli anni Sessanta

Venerdì 28/05/2010 presso la Sala Petrassi dell'Auditorium Parco della Musica di Roma alle ore 21, concerto-presentazione del libro di Adriano Mazzoletti Il Jazz in Italia. Dallo swing agli anni sessanta.
La storia del grande jazz italiano rivive per una sera all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Più di cinquanta musicisti si esibiranno in Sala Petrassi per presentare il nuovo libro di Adriano Mazzoletti, Il Jazz in Italia. Dallo Swing agli anni Sessanta, pubblicato da EDT. Alla conversazione a più voci tra esperti di jazz italiano e non solo - Leone Piccioni, Marcello Piras, André Clergeat, Marco Santoro e naturalmente l’autore del testo, Adriano Mazzoletti - si alterneranno momenti musicali dedicati alla straordinaria stagione del jazz italiano dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta. In scena formazioni storiche riunitesi per l’occasione, come il Sestetto Dino & Franco Piana con Sandro Deidda, i Saxes Machine di Bruno Biriaco e la Nuova Roman New Orleans Jazz Band, alcuni fra i protagonisti di quegli anni, da Giampiero Boneschi, a Gianni Coscia, a Carlo Loffredo e artisti della scena attuale come Enrico Pieranunzi (anche in veste di musicologo e autore dell’introduzione al volume), Rosario Giuliani, Ramberto Ciammarughi, Franco Piana, Luca Begonia e il Quintetto Swing di Emanuele Urso. La St. Louis Big Band diretta da Antonio Solimene renderà omaggio all’opera di Piccioni con la voce della figlia Valentina e Marcello Rosa al trombone.
A Piero Angela il compito di introdurre la serata, alternando le digressioni degli esperti ai brani, tra swing, dixie e jazz di oggi.

Break in jazz a Milano

Piazza Mercanti dal 5 maggio al 7 giugno diventa un teatro a cielo aperto.
Anche quest'anno ritorna una delle manifestazioni più attese della stagione musicale milanese, Break in Jazz originale nell’orario, nel luogo e nel tipo di proposta, che in oltre un mese di programmazione presenterà uno spaccato dei molteplici stili in cui si articola la lingua Jazz attraverso i progetti didattici realizzati dai Civici Corsi di Jazz diretti da Musica Oggi e parte integrante dell’Accademia Internazionale della Musica.
Il lunedì, il mercoledì ed il venerdì la pausa pranzo sarà un impagabile momento di relax musicale (dalle ore 13 alle ore 14).
Ecco il programma dei concerti
3 maggio
CIVICA JAZZ BAND diretta da Enrico Intra – ospite Gianluigi Trovesi
5 maggio
SAX ENSEMBLE a cura di Giulio Visibelli – Mauro Negri – Gabriele Comeglio
7 maggio
PLAY PIANO PLAY a cura di Franco D’Andrea, Mario Rusca e Paolo Peruffo
10 maggio
BASS ON TOP a cura di Mino Fabiano
12 maggio
INTERPLAY a cura di Marco Vaggi
14 maggio
TRIBUTE a cura di Lucio Terzano
17 maggio
GUITAR TIME a cura di Riccardo Bianchi, Roberto Cecchetto, Giovanni Monteforte
19 maggio
BRASS FANTASY a cura di Emilio Soana e Roberto Rossi
21 maggio
SWING BAND diretta da Paolo Tomelleri
24 maggio
PROGETTO VOCE OMAGGIO A FRED BUSCAGLIONE a cura di Laura Conti
26 maggio
TIME PERCUSSION a cura di Tony Arco
28 maggio
LABORATORIO MUSICALE DI FRANCO CERRI a cura di Franco Cerri
31 maggio
CORO DEI CIVICI CORSI DI JAZZ diretto da Giorgio Ubaldi
2 giugno
VOICES IN DUETS a cura di Laura Fedele
4 giugno
WORKSHOP BIG BAND diretta da Fabio Jegher -ospite Ray Martino
L'ingresso è libero.

Intervista a Matthew Shipp

Il sito At Lenght ha pubblicato una intervista al pianista Matthew Shipp, in occasione della pubblicazione del suo ultimo album intitolato 4D.
At the age of 49, pianist Matthew Shipp – who has recorded more than thirty records as a leader or soloist – is one of the most influential figures in modern jazz. As a musician, his occasionally forceful style of play, his dynamic use of the lower octaves, and his keen sense of negative space give him an instantly recognizable sound. His compositional style is deeply rooted in his extensive experience as a free jazz improviser and the idiosyncratic blues of Thelonious Monk, and it has more recently begun to incorporate elements of modern classical music, electronica, and hip-hop.
By the end of the millenium, based solely on the strength of his studio recordings and live performances, Shipp had already become a major figure in the jazz world. But in 2000, Thirsty Ear Recordings invited Shipp to curate their new Blue Series, where he proceeded to not only highlight some of the best and most interesting jazz artists working today, but also to tear down the boundaries within the genre. Artists like hip-hop sound collagist DJ Spooky, rappers Antipop Consortium, rock guitarist Vernon Reid, and electronica duo Spring Heel Jack were brought in to produce adventurous works, both on their own and in collaboration with jazz musicians, to create a daringly open blueprint for the future of jazz. This approach drew rave reviews and generated some much-needed excitement in a genre that suffers from a stuffy and forbidding reputation. But Shipp’s iconoclasm sometimes draws controversy instead of praise, as it did this winter when his remarks questioning the pre-eminence of elder statesmen like Herbie Hancock in the jazz world drew fire in the press.....

The first thing I read about this record from Thirsty Ear’s web site was that this new record would be a “synthesis and culmination” of all your work with the label.
Right.
And 4D, the title of the record, sounds like it refers to the fourth dimension, which to a physicist is the dimension of time. But there’s also a strong mystical tradition concerned with the fourth dimension, which had an impact on the Cubists. Jazz has a strong tradition of science fiction and mysticism. Were you trying to tap into that with this title?
Yeah, that’s definitely a component and a product of a way of looking at the jazz universe. I mean, if you look at mysticism within jazz, there are a few known approaches. First, there’s the Coltrane approach, which is kind of a circular universe with a resonance not unlike Indian classical music, taking jazz and making it a very ecclesiastic music, not in a Christian way, but kind of in a universal consciousness way. And in Sun Ra a persona is created. He was taking aspects of Egyptian mythology, and Greek thought like Pythagoras and things like that to create a figure. And the generation of the musical universe comes about because of that mystery religion world view in sound. So I’m definitely coming out of that tradition – a mixture of both the Sun Ra and the Coltrane ways of using mysticism within the jazz universe. And the other thing about jazz, I mean actually when I play, I’m talking about the actual linear content of my playing. I mean, I sit down on the piano and I create lines in the same way Bud Powell or Bill Evans would, but I am actually always trying to get a universal equation when I do that. And I can’t define that, but I’m always aiming for the line that has some sort of elegance and for it to actually say something that is an equation of being of sorts. Mysticism is a huge aspect of my whole thing within jazz.
In John Szwed’s biography of Sun Ra, he talked about how he came out of a pre-jazz tradition in African American culture based on African Zionism and Egyptian mythology, and how that adapted itself very well to sort of a science fiction.
Right. You can take something like the Emerald Tablet and the idea of aliens coming to earth and get the idea that a lot of our so-called religions might be kind of mistranslations of some other text, which really does lend itself to science fiction very much even though it’s a mystical concept. If you deal with infinity, and if you deal with the fact that a mind is within the pool of infinity, and anything finite is connected to infinity, then if we have human beings, there can therefore be levels of mind infinitely above that. So what maybe religion calls angels were actually aliens? I’m not trying to get like… I’m not into flying saucers and stuff per se, but I’m just saying there is a mythology that goes with the music that Sun Ra did really tap into definitely and informs the whole idea of when you sit at the instrument. It’s almost like you are a mathematician from another planet. And you have the system of math in your head and that system of math allows you to generate an elegant language of sorts, and that’s the whole thought form that feeds the mythology of the music....
Potete leggere il resto dell'intervista a questo link.

Ecco un video per piano solo di Shipp, registrato a Budapest nel settembre del 2008.

I concerti della settimana

Lunedì 3/5/2010
ore 21,00
FRANK ROSOLINO, CONTE CANDOLI & TONY SCOTT - Rome - 1973 (link)

ore 21,05
GEORGE DUKE & BAND Montreux Jazz Festival, 13. Juli 2009 (link)

ore 22,40
CHARLIE HADEN QUARTET WEST - Cully 2010 (link)

Martedì 4/5/2010
ore 9,30
BOB BROOKMEYER AND NEW ART ORCHESTRA (link)

ore 20,00
JAMES CARTER en direct du Duc des Lombards (link)

ore 21,00
HARRIET TUBMAN 24-11-08 in Jazzcafé Wilhelmina, Eindhoven (link)

ore 22,40
SHELLY MANNE & HIS MEN - Complete Live at the Blackhawk (link)

Mercoledì 5/5/2010
ore 12,30
MIGUEL ZÉNON QUARTET Jazz Baltica Salzau 5/7/2009 (link)

ore 20,30
in diretta dallo Studio 2 della RSI di Lugano-Besso
DONNY MCCASLIN TRIO (link)

ore 20,30
THE SWALLOW QUARTET
TRIO SALIS-ANGELI-DRAKE
BEN ALLISON & MAN SIZE SAFE
Registrato a Milano, Teatro Ventaglio Smeraldo, il 20 settembre 2009 (link)

ore 21,00
TANIA MARIA & HR BIG-BAND Francfort en 2007 (link)

Giovedì 6/5/2010
ore 20,00
EMI OSHIMA QUINTET en direct du Duc des Lombards (link)

Venerdì 7/5/2010
ore 21,00
ANNE DUCROS en direct du Sunside (link)

ore 22,30
En direct de l'Europa Jazz Festival à l'Abbaye de l'Epau au Mans
SÉBASTIEN TEXIER TRIO "Play Paul Motian"
MIROSLAV VITOUŠ GROUP "Remembering Weather Report" (link)

ore 22,40
STAN GETZ - KENNY BARRON Enr. 03.03.1991 (link)

Sabato 8/5/2010
ore 22,05 - 6,00
BEST OF JAZZBALTICA 1991/2009
Max Roach, Esbjörn Svensson, Wayne Shorter, Dee Dee Bridgewater, Randy Brecker ecc.. (link)

ore 23,00
ARILD ANDERSEN / TOMMY SMITH / PAOLO VINACCIA
ADRIAN MEARS SEXTET
Enregistré la veille, le 7 mai 2010, à l'Abbaye de l'Épau, dans le cadre de l'Europa jazz festival du Mans (link)

James Carter in diretta al Duc des Lombards di Parigi

L'emittente radiofonica TSF Jazz trasmetterà in diretta martedì 4 maggio a partire dalle ore 20, il concerto di James Carter, dal celebre locale parigino Duc des Lombards.
Scoperto da Wynton Marsalis e Lester Bowie, James Carter si è rapidamente affermato come uno dei sassofonisti più importanti del jazz contemporaneo. Un musicista che ha fatto esplodere la tempesta già suo debutto come leader nel 1994 con l'album JC On The Set. Oltre ad essere un mostro tecnica e virtuosismo, James Carter quando suona sembra essere un posseduto. Nativo di Detroit mostra di conoscere a menadito l'intera storia del jazz riuscendo a conciliare la passione del suo modo di suonare a tutte le pagine della storia e a tutti i suoi eroi, Don Byas, Albert Ayler, passando per Gene Ammons, Coltrane, Dophy o Chu Berry. Ultimo ma non meno importante, James Carter è un collezionista ed un maestro del suo strumento, del quale conosce l'intera gamma dal sopranino al sax baritono, senza dimenticare quelli più oscuri. Recentemente lo abbiamo ammirato nel World Saxophone Quartet ed a capo di un gruppo esplosivo, composto da John Medeski (organo Hammond), Adam Rogers (chitarra), Christian McBride (basso) e Joey Barron (batteria).
Per il concerto di domani sarà accompagnato da un altro quintetto, con il quale ha collaborato per l'album Present Tense, con Corey Wilkes (tromba), Gerard Gibbs (pianoforte), Ralph Armstrong (basso) e Leonard King (batteria).
Per ascoltare il concerto clicca qui.

Ecco il video del quintetto che presenta Present Tense al Tel Aviv Jazz Festival


Una settimana con Keith Jarrett

L'emittente radiofonica France Musique dedica una intera settimana a Keith Jarrett, con una serie di trasmissioni tematiche dedicate al pianista.
Da oggi, lunedì 3 maggio, fino a giovedì 6 maggio, alle ore 19,10 la trasmisisone Open Jazz, presenterà ogni giorno un lato dei poliedrici talenti di Jarrett; il sideman, il compositore, l'improvvisatore ed il work in progress, prima dell'intera nottata tra sabato e domenica prossima (dall'1 alle 7), nella quale si avrà modo di ascoltare una intervista esclusiva con il giornalista Alex Dutilh, un concerto del 1972 con Charlie Haden e Paul Motian, alternate con le più belle pagine discografiche di Jarrett.
Una settimana da non perdere quindi per gli amanti del grande pianista!
Per ascoltare in diretta France Musique clicca qui.

sabato 1 maggio 2010

Sarah Gillespie Quartet a Palermo

Sarah Gillespie Quartet feat. Gilad Atzmon, mercoledì 5 maggio ore 21.30 in concerto all’Auditorium Teatro Dante di Palermo.
Per il quarto appuntamento della XIX Stagione Concertistica dell’Associazione Musiche, il Direttore Artistico Maurilio Prestia ha scelto un’artista emergente che ha attirato su di sé in brevissimo tempo l’interesse della critica e di un pubblico sempre più vasto: la cantautrice inglese Sarah Gillespie.
Cresciuta tra gli Stati Uniti e l’Inghilterra e tra molteplici influenze musicali, Sarah Gillespie ha viaggiato molto, assorbendo le lezioni artistiche di grandi nomi come Bessie Smith, Bob Dylan, Cole Porter e molti altri bluesman e jazzisti.
Il suo debutto discografico è Stalking Juliet, prodotto dal sassofonista Gilad Atzmon, con lei in tour insieme a Ben Bastin al contrabbasso ed Enzo Zirilli alla batteria. L’eclettica Gillespie dipinge, suona diversi strumenti (tra cui la chitarra, con la quale si esibisce dal vivo) scrive poesie e canzoni e si dedica al sociale, organizzando spesso concerti a scopo benefico.
Un’artista che la critica ha accolto con entusiasmo, riconoscendo in quel mix di poesia Beat, jazz, folk ed elementi mediorientali una cifra stilistica forte e personale, e in quella voce seducente e potente una grande promessa per la musica mondiale.
Il concerto all’Auditorium Teatro Dante di Palermo fa parte di un mini-tour siciliano che porterà Sarah Gillespie ed il suo gruppo ad esibirsi al Teatro Brancati di Catania il 6 maggio e al Teatro Margherita di Caltanissetta il 7.

Ecco un video della cantante che presenta How The Mighty Fall

Stefano Bollani ad Ascoli Piceno

Notizia dal sito www.laprimaweb.it:
Torna per l’ennesima volta al Cotton Jazz Club di Ascoli Piceno per un show “Piano Solo” il pianista Stefano Bollani.
La sua biografia parla del più eclettico e dotato musicista italiano, riconosciuto in tutto il mondo come uno dei più grandi talenti contemporanei.
Riesce a far ridere alla radio con Davide Riondino e ad emozionare in concerto suonando musica brasiliana. Non ci sono parole per descrivere la sua unicità!
All’ eta’ di sei anni comincia a studiare pianoforte. Esordisce professionalmente a quindici anni.
Dopo il diploma di conservatorio conseguito a Firenze nel 1993 e una breve esperienza come turnista nel mondo della musica pop (con Raf e Jovanotti, fra gli altri) si afferma nel jazz, collaborando con grandissimi musicisti (Richard Galliano, Gato Barbieri, Pat Metheny, Bobby McFerrin, Chick Corea, Michel Portal, Martial Solal, Phil Woods, Lee Konitz, Han Bennink, Miroslav Vitous, Antonello Salis, Aldo Romano, John Abercrombie, Uri Caine, Kenny Wheeler, Greg Osby…) sui palchi piú prestigiosi del mondo (da Umbria Jazz al festival di Montreal, dalla Town Hall di New York alla Fenice di Venezia, fino alla Scala di Milano).
Fra le tappe della sua carriera, fondamentale è la collaborazione iniziata nel 1996 – e da allora mai interrotta – con il suo mentore Enrico Rava, al fianco del quale tiene centinaia di concerti e incide ben quattordici dischi. I piu’ recenti: Tati (ECM 2005), in trio con Paul Motian alla batteria, (disco dell’ anno per l’ Academie du jazz francese), The third man (ECM 2007), (miglior disco dell’ anno per la rivista americana Allaboutjazz e per l’ italiana Musica jazz) e New York days (ECM 2009), in compagnia di Mark Turner, Larry Grenadier e Paul Motian.
Il referendum dei giornalisti della rivista specializzata Musica jazz lo proclama miglior nuovo talento del 1998; in quel periodo, mentre guida il proprio gruppo, L’ orchestra del Titanic, si lancia nella realizzazione di un ambizioso disco-spettacolo in omaggio alla musica leggera italiana degli anni ‘30-’40 (Abbassa la tua radio con Peppe Servillo, Irene Grandi, Marco Parente, Barbara Casini, Elio delle storie tese e tanti altri cantanti e musicisti).
Nel 2003 a Napoli riceve il Premio Carosone (artista al quale ha dedicato un piccolo libro-saggio, L’ America di Renato Carosone, Elleu editore 2002); l’anno successivo la rivista giapponese “Swing journal” gli conferisce il premio New star award riservato ai talenti emergenti stranieri, per la prima volta assegnato a un musicista non americano.
Per la label giapponese Venus records pubblica cinque dischi alla testa del suo trio, con Ares Tavolazzi al basso e Walter Paoli alla batteria.
Particolarmente fuori dai canoni risultano alcuni suoi lavori come La gnosi delle fanfole, nel quale mette in musica le surreali poesie di Fosco Maraini insieme al cantautore Massimo Altomare (1998); Cantata dei pastori immobili, oratorio musicale per quattro voci, narratore e pianoforte, realizzato su testi di David Riondino (2004); il disco di canzoni scandinave Gleda (2005), realizzato in Danimarca in compagnia di Jesper Bodilsen al basso e Morten Lund alla batteria.
E’ produttore artistico e arrangiatore di un disco del cantautore Bobo Rondelli (Disperati intellettuali ubriaconi), grazie al quale ha vinto il premio Ciampi.

Celebrating Bird - The Triumph of Charlie Parker

Nel 1987 Gary Giddins portò sugli schermi TV il documentario Celebrating Bird - The Triumph of Charlie Parker ispirato dal suo libro su Parker, un documentario di grande interesse per gli appassionati di jazz
Il lato forte del documentario sono le interviste. Durante gli anni '80 molti dei colleghi della generazione che inventò il be-bop ed ha costituito la spina dorsale della scena jazz di New York negli '40 e '50 erano ancora in giro. C'è Dizzy Gillespie che parla della musica e della sua collaborazione con Parker, ci sono le due donne della sua vita che testimoniano direttamente sulla sua vita privata e queste sono delle occasioni uniche che si presentarono allora. Le interviste sono combinate con molti splendidi pezzi musicali, il tutto in perfette condizioni che ci permettono di vedere e ascoltare Charlie Parker suonare con artisti come Louis Armstrong o lo stesso Gillespie.

Ecco il documentario: