giovedì 27 maggio 2010

Il Jazz in Italia: dallo Swing agli anni '60, concerto di presentazione

Venerdi' 28 maggio all'Auditorium Parco della Musica di Roma il concerto di presentazione del secondo volume del critico Adriano Mazzoletti dal titolo "Il Jazz in Italia. Dallo swing agli anni Sessanta" (EDT) con la partecipazione di oltre 50 musicisti del jazz italiano, in un concerto che sarà trasmesso in diretta su Radio3 a partire dalle ore 21.
La storia del grande jazz italiano rivive per una sera all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Più di cinquanta musicisti si esibiranno venerdì 28 maggio alle ore 21 nella Sala Petrassi per presentare il nuovo libro di Adriano Mazzoletti, "Il Jazz in Italia. Dallo swing agli anni Sessanta", pubblicato da EDT.
Alla conversazione a più voci tra esperti di jazz italiano e non solo - Leone Piccioni, Marcello Piras, André Clergeat, Marco Santoro e naturalmente l’autore del testo, Adriano Mazzoletti - si alterneranno momenti musicali dedicati alla straordinaria stagione del jazz italiano dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta.
Si esibiranno formazioni storiche riunitesi per l’occasione, come il Sestetto Dino & Franco Piana con Sandro Deidda, i Saxes Machine di Bruno Biriaco, il Trio Amedeo Tommasi-Giovanni Tommaso-Franco Mondini e la Nuova Roman New Orleans Jazz Band, alcuni fra i protagonisti di quegli anni, da Giampiero Boneschi, a Gianni Coscia, a Carlo Loffredo, e artisti della scena attuale come Enrico Pieranunzi (anche in veste di musicologo e autore dell’introduzione al volume), Rosario Giuliani, Ramberto Ciammarughi, Franco Piana, Luca Begonia e il Quintetto Swing di Emanuele Urso. La St. Louis Big Band diretta da Antonio Solimene infine renderà omaggio all’opera di Piero Piccioni con la voce della figlia Valentina e Marcello Rosa al trombone.
A Piero Angela il compito di introdurre la serata, alternando le digressioni degli esperti ai brani, tra swing, dixie e jazz di oggi.
Per ascoltare in diretta il concerto clicca qui.

È il 1943: mentre dalla Sicilia le truppe americane risalgono lo Stivale, liberandolo dal nazifascismo, il jazz si afferma definitivamente come la musica del momento nelle sue varianti – dai solisti nei piccoli club alle grandi orchestre, dell’EIAR prima e della RAI poi. Attraverso la radio, artisti come Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Oscar Valdambrini, Giampiero Boneschi e Gianni Basso portano definitivamente il jazz nelle case italiane. Adriano Mazzoletti, in questo secondo volume de Il Jazz in Italia, soppesa e descrive gli eventi che nei tre decenni dal ’35 al ’65 circa hanno plasmato il suono italiano: attraverso ritagli di giornale, carteggi privati, archivi pubblici e ordini di servizio, programmi radio, film, registrazioni di concerti e molti altri documenti, Mazzoletti mette in risalto l’abilità di quei musicisti-pionieri, che nel dopoguerra hanno saputo declinare il linguaggio del jazz rispetto alla canzone e alla musica “ufficiale” unendo il gusto per la melodia allo swing americano. Nei due tomi che compongono il volume c’è spazio anche per la storia recente d’Italia, dalla Liberazione alle prime elezioni del ’48 fino agli anni Sessanta della DC. Scorrono le vicende musicali e non solo delle grandi città come Roma (capitale del cinema, e quindi delle colonne sonore), Milano (epicentro dell’editoria musicale), Torino (sede della grandi orchestre), ma – per la prima volta – viene pesato l’apporto della provincia, ben più di una semplice periferia jazz dell’impero. È in centri come Perugia, Pescara o Verona infatti che negli anni ’70 nasceranno i grandi festival, destinati a durare negli anni, mentre è nell’area americanizzata di Trieste (il famoso TLT – Zona A) o durante la Liberazione nel Foggiano, da cui partivano gli aerei statunitensi, che il jazz italiano può confrontarsi liberamente con quello d’Oltreoceano.
Parallelamente a tutto questo, Mazzoletti compila un poderoso apparato di scritti altrui, documenti d’epoca, indici di consultazione. Una vera e propria geografia del jazz italico, utile per districarsi nel ramificato mondo dei nomi, delle orchestre e della critica del periodo, che attraverso la carta stampata ha esercitato un ruolo basilare nello sviluppo e nella crescita di un suono, quello italiano, oggi riconosciuto internazionalmente a livelli di eccellenza.

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