sabato 15 maggio 2010

Recensione di Push - Jacky Terrasson

Push è il titolo del nuovissimo album del pianista Jacky Terrasson, una godibile produzione principalmente in trio, ma costellata qui e là di ospiti che rendono più speziato il sapore di un album che, seppur piacevole e con un buon livello medio, manca, come purtroppo spesso accade agli album del pianista, di quella scintilla capace di renderli dei capolavori.
Una scintilla che invece Terrasson mette in mostra nei suoi concerti live, dove riesce a coniugare la sua tecnica strabiliante ad una grinta e ad una spettacolare capacità improvvisativa, che invece mi sembra manchi nei suoi lavori discografici, che risultano spesso un pò calligrafici.
Nell'album Terrasson mostra anche una discreta vena compositiva capace anche di svariare tra i generi; i migliori pezzi dell'album risultano le proprie composizioni originali, quali il souleggiante pezzo di apertura Gaux Girl, il frenetico Beat Bop, nel quale Terrasson mette in mostra la sua straordinaria maestria, sostenuto in maniera superlativa dalla ritmica costituita da Ben Williams al basso acustico ed elettrico e Jamire Williams alla batteria, e My Church, una delicata ballad che ricorda Moon River.
Gli standard presenti nell'album risultano meno efficaci, eccezion fatta per la versione della monkiana Ruby My Dear, impreziosita dalla presenza dell'ottimo armonicista Gregoire Maret, che la rende in maniera nostalgica e coinvolgente.
Più convenzionali risultano le versioni di ‘Round Midnight e di You’d Be So Nice to Come Home To, che non aggiungono niente di nuovo allo sterminato numero di volte che sono state registrate.
Infine una citazione a parte merita l'improbabile medley tra Beat It di Michael Jackson e il celebre standard Body and Soul, per il quale, pur apprezzando lo sforzo di Terrasson di legare insieme questi pezzi così diversi, non sono molto convinto del risultato.

Ed ecco un video del medley Beat It/Body and Soul tratto da un concerto registrato a Marciac nell'agosto del 2009.

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