venerdì 2 aprile 2010

Rick Margitza e Flavio Boltro al Ronciglione Jazz Spring Festival

Domani 3 aprile alle 22 al teatro Petrolini di Ronciglione, nell'ambito del Ronciglione Jazz Spring Festival andrà in scena il concerto del trio di Leonardo Corradi con ospiti Rick Margitza e Flavio Boltro.
Nato a Detroit nel 1961, Rick Margitza fa parte di una famiglia di musicisti: suo nonno paterno era violinista della tradizione gypsy ungherese e suo padre violinista della Detroit Philarmonic Orchestra. Dopo aver iniziato a studiare il violino a quattro anni, prese poi lezioni di piano da Misch Kotler: fu anni dopo mentre ascoltava un disco di Charlie Parker che Rick Margitza scoprì il jazz. Suo nonno materno suonava il contrabbasso nell'orchestra di Glenn Miller ed aveva partecipato alle registrazioni dell'album di "Charlie Parker with Strings": ascoltando quel disco, Rick decise che voleva suonare il sax. In seguito ha lavorato a lungo con Donald Sinta, Sonny Stitt, Michael Brecker e David Liebman ed ha suonato e/o registrato con McCoy Tyner, Bobby Hutcherson, Eddie Gomez, Chick Corea, Dave Douglas e Miles Davis. Ha recentemente collaborato con il Moutin Reunion Quartet per tre anni anche partecipando alla registrazione del suo ultimo album "Red Moon" ed ha pubblicato dieci album come leader, alcuni dei quali per la prestigiosa Blue Note.
Insieme a lui ci sarà Flavio Boltro uno dei più grandi trombettisti italiani, che fa parte della scena jazzistica mondiale da più di 15 anni. Diplomatosi al Conservatorio di Torino, si è “fatto le ossa” in Italia prima di esibirsi accanto a musicisti di grande levatura come Cedar Walton, Bob Berg, Don Cherry, Billy Hart e Billy Higgins.
A partire dal 1990, ha partecipato a numerosi festival e tournée in veste di sideman di Freddie Hubbard e Jimmy Cobb, prima di diventare un componente del gruppo jazz di Laurent Cugny (di cui ha fatto parte dal 1994 al 1997) e di suonare con Aldo Romano. Dopo aver fatto parte stabilmente per quattro anni della ONJ Francese ed in seguito del sestetto di Michel Petrucciani, è tuttora componente dell’attivissimo gruppo Di Battista-Boltro 5tet.
Nell’ambito della sua attività concertistica, attualmente collabora tra gli altri anche con Michel Portal e Laurent De Wilde.

Billie Holiday. Lady Day. The Many Faces of Billie Holiday

Oggi voglio segnalare la recente pubblicazione della versione rimasterizzata di uno straordinario Dvd, Billie Holiday. Lady Day. The Many Faces of Billie Holiday.
Billie Holiday è unanimemente riconosciuta come una delle più grandi cantanti di jazz e blues di tutti i tempi. Questo documentario racconta la sua storia. La sua celebre canzone "Strange Fruit", in riferimento al linciaggio dei neri americani nel Sud, è stata votata come il pezzo più importante della musica del 20 ° secolo. La cantante sperimentò in prima persona le umiliazioni derivanti dal razzismo nella sua terra natale, trovando conforto nella alcool e nelle droghe che alla fine la uccisero. La sua musica però continua ad trascinare il suo pubblico e molti dei suoi pezzi più celebri sono inclusi in questo documentario, come "St. Louis Blues", "My Man" e "God Bless the Child". Filmati d'archivio mostrano Billie Holiday in performances in film, televisione e in concerto. Interviste ai suoi colleghi ed amici danno un'idea della vita travagliata di questo gigante della musica americana. Il documentario presenta anche performance di Louis Armstrong, Benny Goodman, Ben Webster, Lester Young, Artie Shaw, Bessie Smith ed altri.
Secondo il critico Mike Clark di Usa Today: "An irresistible title in the Masters of American Music series, this newly remastered bio/documentary opens by tracing the queen of jazzy torch from Harlem "speakeasies, gin mills and reefer pads" (to quote the narration) through her 78s with Teddy Wilson on Brunswick. Then, it's on to swingin' with Count Basie, headaches with Artie Shaw; peak years that included Lover Man; substance abuse; the twilight 1957 appearance with Lester Young on CBS' The Sound of Jazz ; and 1958's raw valedictory Lady in Satin album. Interviewed are singers Carmen McRae, Annie Ross and Holiday associates. The still photos are magnificent."
Per acquistare questo Dvd attraverso il sito Internet Book Shop si può visitare questo link.

Dave Holland Octet: Pathways

Le formazioni di Dave Holland in quest'ultimo quindicennio hanno rappresentato certamente il meglio che il jazz contemporaneo sia riuscito a mettere in campo. Sia con lo straordinario quintetto, che con la big band il bassista inglese ha prodotto album di grandissima qualità, Points Of View, Not For Nothin', Extended Play: Live At Birdland e Overtime che sono giustamente riconosciute come alcune delle migliori produzioni degli ultimi anni, grazie ad una musica vibrante, trascinante, molto evoluta melodicamente e soprattutto ritmicamente, che riesce in maniera mirabile a coniugare la grande abilità ed inventiva dei suoi eccellenti solisti con un grande interplay di gruppo.
Queste stesse caratteristiche si ritrovano nell'ultima produzione di Holland, lo spettacolare album live Pathways, con il quale il bassista si cimenta con una ulteriore formazione, l'ottetto, in una sfida che ancora una volta si conferma vincente.
Partendo come al solito dall'ossatura del suo ormai leggendario quintetto, con Chris Potter al sax tenore e soprano, Nate Smith alla batteria, Steve Nelson al vibrafono e Robin Eubanks al trombone ed aggiungendo tre magnifici strumentisti a fiato, quali Antonio Hart al sassofono alto, Alex Sipiagin alla tromba e flicorno e il grande Gary Smulyan al sassofono baritono, che riescono a dare una spinta ulteriore alle già intriganti composizioni di Holland.
Una vera e propria all-stars band, con grandi solisti che umilmente mettono a disposizione del gruppo le proprie qualità strumentali, ma ai quali Holland lascia anche grandi spazi creativi all'interno dei superbi arrangiamenti per big band.
Tra i sette splendidi pezzi originali di cui è composto l'album, alcuni dei quali magistrali riproposizioni di vecchi pezzi, meritano una citazione speciale la vibrante title-track, pezzo in puro stile Holland, che presenta un graffiante assolo di Potter, la gioiosa e swingante Ebb and Flow con un incendiario finale che esplode in un tripudio di fiati, seguita dalla magnifica melodia della ballad Blue Jean, per concludere con il percussivo Shadow Dance, pezzo dominato dall'accoppiata vibrafono/batteria che sostiene in maniera furibonda le sfuriate dei fiati.
Holland quindi colpisce ancora una volta nel segno con una vivida produzione di qualità che conferma ciò a cui noi crediamo fortemente, cioè che il jazz sia ancora una musica viva, ancora oggi in grado di inventare nuove modalità espressive, senza però allontanarsi dalla propria tradizione e dalle proprie radici.
Per acquistare l'album sul sito di CdUniverse si può visitare questo link.

The Jazz Suite Podcast

E' stato pubblicato il numero 230 del Jazz Suite Podcast, uno dei migliori podcast di jazz presenti in rete.
Le canzoni presenti in questo numero del podcast sono:
Lionel Loueke “Wishes” / Robert Glasper “No Worries” / Christian Scott “After All” / Hiromi’s “Clair De Lune” / S.M.V. “Tutu” / Marcus Miller “Lonnie’s Lament” / Joe Sample “Bitter Sweet” / Micheal Franks “Now I Know Why (the Call it Falling)” / Al Jarreau “Rainbow in Your Eyes” / Weather Report “Birdland” / Herb Alpert “Making Love In the Rain”
Si può scaricare il podcast a questo link.

La Pan Atlantic Band di Bobby Previte con ospite Gianluca Petrella a Bari

Il trombonista italiano Gianluca Petrella incontra la Pan-Atlantic Band di Bobby Previte da New York, in una delle esperienze più energiche e fresche nel panorama jazz contemporaneo. Sabato 10 aprile al Teatro Forma di Bari, arriva un combo di musicisti eccezionali, con un solida impostazione jazzistica che prende il volo sconfinando nel funk e nel rock.
Prima band acustica di Bobby Previte da qualche anno a questa parte, la Pan-Atlantic Band unisce in un combo energetico alcuni fra i nomi più interessanti del panorama jazz contemporaneo.
Il gruppo nasce a New York con l'intento di guardare in maniera contemporanea ad un genere ormai assurto alla classicità, ma è la forte presenza europea a indirizzare verso un calcolato scompaginamento generale.
Pan-Atlantic presenta una realtà sonora che sfiora il funk e propone elementi che sorreggono una fitta trama rock; un progetto ambizioso che riesce a sorprendere grazie alla pletora di sonorità che viene intrecciata e stravolta.
Alla testa di questo esperimento c'è appunto Bobby Previte, una della figure più originali della scena "downtown" newyorkese e uno dei più apprezzati musicisti del mondo; grazie al suo particolare drumming ed alla forza dirompente di cui sono pervase le sue composizioni musicali, questo personaggio ha ormai raggiunto uno status di vero culto internazionale.
Al suo fianco Gianluca Petrella, che continua il suo personale percorso sonoro affascinato dall'anima più classica del jazz internazionale così come dalla nuova sperimentazione di matrice elettronica. Giovane e geniale interprete delle nuove strade del jazz, Petrella è da subito diventato parte determinante di una formazione destinata a lasciare un segno profondo.
Lavorando attorno ai significati di 'nuova scena jazzistica' e di 'world music', questa formazione unisce una straordinaria capacità creativa in una musica decisamente eccitante e dal fascino fuori dal comune.

giovedì 1 aprile 2010

Duke Ellington "70th Birthday Concert" in Paris

Per gli amanti della musica di Duke Ellington, vi mostriamo lo straordinario video di un concerto a Parigi nel 1969, nell'ambito della travolgente tournèe "70th Birthday Concert", nel quale il "Duca" è accompagnato dalla sua straordinaria orchestra che presentava musicisti leggendari quali Johnny Hodges, Paul Gonsalves, Harry Carney, Cootie Williams ecc.....
Assolutamente da non perdere!

Joe Locke 4tet al Jazz Club Ueffilo di Gioia del Colle

Nel segno della continuità di scelte sempre di alto spessore progettuale, il cartellone del Jazz Club Ueffilo – Cantina a Sud (Via Donato Boscia 21 – Gioia del Colle), in collaborazione con Jazzitalia, si fregia di un altro prestigioso ed esclusivo appuntamento.
Domenica 18 aprile (doppio set: 19/21), in esclusiva per la Puglia, il parterre del jazz club gioiese avrà modo di ascoltare il quartetto del vibrafonista statunitense Joe Locke.
Joe Locke è unanimemente considerato il più dotato vibrafonista della sua generazione. Jazzista precoce, giacchè ha suonato con Dizzy Gillespie, Pepper Adams e Mongo Santamaria durante il periodo del liceo. Joe Locke ha inciso oltre 20 cd come leader, e come sideman ha preso parte a oltre 50 album. Il suo cd “Revelation”nel 2005 è rimasto per 8 settimane in cima alle classifiche di vendita di Jazz Week. Nel giugno 2006 Joe Locke ha ricevuto il Jazz Journalists Association (JJA) Award come “Mallet Player of the Year”.
Ha collaborato tra gli altri con Grover Washington Jr., Kenny Barron, Dianne Reeves, Eddie Daniels, Jerry Gonzales' Fort Apache Band, Rod Stewart, The Beastie Boys, Eddie Henderson, Hiram Bullock, Bob Berg, Ron Carter, Jimmie Scott, The Mingus Big Band e Randy Brecker. Dinamico ed energico, lo stile di Locke, dalla grande maestria armonica, è caratterizzato da un attacco vigoroso, da risonanze sostenute e dallo sviluppo di complesse linee melodiche che gli permettono di creare atmosfere uniche, marcatamente polifoniche.
Il vibrafonista di Palo Alto sarà accompagnato da un eccellente trio di musicisti: Robert Rodriguez al pianoforte, Ricardo Rodriguez al contrabbasso e Terreon Gully alla batteria.
Per informazioni www.ueffilo.com

Nasce Carish Jazz

Il gruppo Carisch leader nell’editoria, produzione e distribuzione di musica stampata, strumenti musicali ed audio, annuncia in questi giorni la nascita di una nuova raccolta dedicata a rinomati musicisti del panorama jazz italiano ed internazionale.
Carisch Jazz rappresenta un bellissimo percorso nella musica attraverso le note dei grandi jazzisti contemporanei. Un racconto sulla musica di ogni autore, cercando di renderla un piacevole e ‘gustoso’ viaggio per il lettore, anche nello sfogliare le pagine iniziando dalla copertina e concludendo con la firma del musicista, come a rappresentare una sorta di timbro di approvazione.
La collana, curata da Monica Manetti - da anni collaboratrice di Stefano Bollani - è stata ideata e realizzata da Carisch con particolare attenzione ai dettagli, a partire dalle copertine, che sono tratte da opere realizzate da una giovane disegnatrice di talento.
Ogni volume è dedicato ad un musicista e alla sua musica e contiene una presentazione introduttiva dell’artista con appunti sulla sua attività e sulle scelte inserite nella pubblicazione. All’interno si trovano le partiture musicali più rappresentative, selezionate e commentate dal musicista stesso, al fine di trasmettere al meglio il “sapore” delle sue composizioni. Gli spartiti sono corredati da annotazioni e riferimenti ai brani e ai dischi da quali sono tratti, nonché da immagini, aneddoti e frammenti di manoscritti.
Le pubblicazioni sono tutte bilingue e la traduzione in inglese è di Victor Parchetti Beard, raffinato traduttore di testi d’arte.
I primi tre volumi Carisch Jazz sono dedicati a Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli (10 composizioni per quartetti d’archi) e Mirko Guerrini.
Sul sito www.milanoweb.com, è stata pubblicata una intervista a Stefano Bollani ed Enzo Pietropaoli, che ci presentano la nuova collana:
Allora Stefano, cosa ci racconti del volume dedicato alla tua figura artistica?
"Beh, come primo obbiettivo, quando la Carish mi ha fatto questa proposta, mi sono innanzitutto posto il problema di cosa metterci dentro (sorride, ndr)... Non volevo una completa trascrizione di tutta la musica che appare nei miei dischi e così ho optato per una collezione di arrangiamenti esclusivamente per 'pianoforte solo'. Trovo che questo volume sia rivolto, non tanto a quelli che fanno jazz, ma soprattutto a quei musicisti classici che, per loro formazione, non sanno improvvisare con le note. Diciamo che, leggendo questi spartiti, si parte da un qualcosa per poi andare altrove..."
E nel tuo caso, Enzo?
"Io, invece che rileggere alcuni miei brani, ho deciso di recuperare dieci composizioni tratte da un mio vecchio album del '91 inciso assieme ad Enrico Rava con l'ausilio di un quartetto d'archi. Quel disco si chiamava 'TO...' e in quel caso fui accompagnato dall'Insieme Strumentale di Roma formato da Giorgio Sasso, Lorenzo Collito, Francesco Fiore e Francesco Sorrentino. Bei tempi, se ci ripenso..."
L'intervista integrale si può leggere a questo link.

Ancora su Nicola Arigliano

Ecco come i siti dei principali quotidiani italiani, con grande rilievo, hanno celebrato la morte del grande Nicola Arigliano.
La Repubblica con un articolo di Gino Castaldo:
Era uno di quei grandi signori della canzone che col passo felpato del buon gusto e l'ironia stralunata di un meridionale viveur, porgeva le sue canzoni come un piatto prelibato da consumare con particolare godimento. Nicola Arigliano era fondamentalmente un cantante jazz prestato alla canzone, quindi un crooner, e pochi in Italia sono stati bravi come lui, quando uscì dal nebbioso mondo dei locali notturni (fine anni Cinquanta) e approdò in televisione sull'onda di uno swing lieve ed elegante, con canzoni tipo I sing ammore, o I love you forestiera, in quel tipico vezzo dell'epoca che amava i titoli in doppia lingua.
Tra queste infilò subito Amorevole, un gioiello assoluto, dove meglio poteva esprimere quella carezza dei sensi da provetto crooner (da noi si definivano "cantanti confidenziali") e un timbro straordinario, e quella rimane forse il suo capolavoro assoluto. Ma nel frattempo era anche diventato un popolare beniamino televisivo, a fianco di Mina, Luttazzi e degli altri eroi della tv de primi anni Sessanta, grazie anche al fatto che era un personaggio, ironico e surreale, decisamente simpatico, con una parlata tutta sua, ai limiti dello slang jazzistico e del dialetto pugliese....
Anche il Sole 24ore ha un suo omaggio:
Musica, tv, cinema e anche la pubblicità: Nicola Arigliano, morto questa notte a 87 anni, ha sperimentato molte forme artistiche nella sua vita in obbedienza ai dettami del jazz, il suo grande amore. Nato a Squinzano, in provincia di Lecce, il 6 dicembre 1923, a 11 anni scappa di casa e va a Milano dove inizia a cantare. Suona sax, batteria e contrabbasso, i primi due strumenti li porta eccentricamente in una cesta in cui ci sono anche gli abiti di scena. Notato dal critico Marshall Brown viene invitato a partecipare al Festival di Newport, poi si trasferisce a Roma dove inizia la sua carriera di cantante-pianista-entertainer tuttofare....
Neanche il sito della Stampa di oggi, manca di celebrare il grande artista scomparso:
È morto questa notte intorno alla mezzanotte Nicola Arigliano. Il cantante, 87 anni, era originario di Squinzano, sempre in provincia di Lecce, dove era nato il 6 dicembre 1923. Tra i maggiori successi di una lunga carriera divisa tra il jazz e le apparizioni in tv, "Un giorno ti dirò", "Amorevole", "I sing ammore", "My wonderful bambina", "I love you forestiera", "Arrivederci". Era anche diventato un volto voto per lo spot del digestivo Antonetto.
Nel 1958 partecipò a "Canzonissima" e, successivamente, si fece notare in un programma televisivo dal titolo "Sentimentale", condotto da Lelio Luttazzi, al quale partecipava come ospite fisso, insieme a Mina. L’omonima sigla diventò un disco di successo, inciso da entrambi i cantanti in due versioni differenti.
«Per noi ragazzi del jazz degli anni Cinquanta era un idolo non solo perchè cantava lo swing ma anche perchè lo faceva con molta ironia: era il re dello swing e dell’ironia», ricorda Renzo Arbore....
Molto bello è il ricordo pubblicato sul Messaggero:
Nicola Arigliano ha trasformato in precetto di vita il celebre titolo di Duke Ellington: "It don't mean a thing if ain't got that swing", non vuol dire niente se non ha swing. Nel 2005, a 82 anni, con la sua tagliente ironia, è entrato nella storia del festival di Sanremo come il più anziano cantante in gara con "Colpevole". La sala stampa gli assegnò il premio della critica e un'interminabile standing ovation piena di affetto. Lui accettò il tutto come se si trattasse di un errore. Un uomo divertente e intelligente, Nicola Arigliano, che per realizzare i suoi sogni di jazz emigrò a Milano: dopo una lunga gavetta e l'inevitabile trafila di canzoni napoletane, nel 1956 incise il suo primo disco importante: "Simpatica", firmato da Kramer, Garinei e Giovannini. Nel 1952, però, grazie al critico Marshall Brown che l'aveva sentito cantare in un locale, aveva partecipato al festival jazz di Newport, allora il più importante del mondo. Trasferitosi a Roma, inizia una carriera di cantante-pianista-entertainer comico in tv: nel 1958 partecipa a "Canzonissima" e si mette in luce grazie a "Sentimentale", un programma condotto da Lelio Luttazzi, dove faceva l'ospite fisso insieme a Mina. Proprio il brano della sigla, che ha lo stesso titolo della trasmissione, è uno dei suoi primi successi....
Ed infine una citazione merita anche l'articolo pubblicato sul Tempo:
«Salutame 'a soreta» era il modo con cui Nicola (che per l'occasione voleva essere chiamato Pasquale) apostrofava gli amici e tutti coloro che lo seguivano da anni. Un modo come un altro per manifestare affetto. I suoi numerosissimi amici e sostenitori. Nicola Arigliano li ha lasciati definitivamente ieri. Aveva 86 anni e da quattro era tornato in Puglia dalle sue parti. Colpito da un grave ictus, ha trascorso questo tempo in un centro specializzato a Calimera, in provincia di Lecce. Proprio da lì, esattamente da Squinzano, era partito alla fine della guerra, in cerca di fortuna come artista ma disposto a fare tutti i mestieri. Li fece tutti, compresi quelli più improbabili (fattorino, guardiano notturno, panettiere, impiegato del catasto) ma sempre con l'idea, di sfondare prima o poi nel mondo dello spettacolo....

Roman Nights nuovo album per Tom Harrell

Tom Harrell ha appena pubblicato per l'etichetta High Note, un nuovo straordinario album dal titolo Roman Nights.
Per l'occasione Harrell si avvale ancora una volta del suo solito quintetto composto da Tom Harrell (tromba, flicorno); Wayne Escoffery (sassofono tenore); Danny Grisett (piano, Fender Rhodes); Ugonna Okegwo (basso); Johnathan Blake (batteria), con il quale ha registrato le sue tre ultime produzioni. L'album si compone di nove pezzi originali scritti da quel fantastico compositore che è appunto il trombettista.
Sul sito ufficiale di Harrell è presente una bella recensione del nuovo album scritta da Richard Kamins.
Roman Nights - Harrell's 3rd CD for HighNote is also the third consecutive release with his working quintet of Wayne Escoffery (tenor saxophone), Danny Grissett (piano, Fender Rhodes), Ugonna Okegwo (bass) and Johnathan Blake (drums). That the younger musicians understand the ins-and-outs of the leader's music is a foregone conclusion and this collection of 9 originals shines brightly from the opening moments to the final notes.
Over the 4 decades, one has been made aware of the consistent high quality of Harrell's projects, his intense love for melody as well as rhythm and his fine solo work (one of my favorites is his breathy closing statement on David Berkman's "Sense of Loss" - hear it here.)
The title track of this recording is a pretty ballad played as a duet with pianist Grissett. The tune is evocative of summer nights and is more joyful than maudlin - nothing is rushed and the lovely, long, melody line drifts on fine piano chords. Much of the work here is up-tempo, starting with "Storm Approaching", the first cut. The trumpet swoops above Blake's high-powered drums and Okegwo's forceful "walking" bass lines. Escoffery lets loose with a short yet powerful tenor solo that seemingly raises the music to its boiling point.
Grissett's switch to Fender Rhodes on the rhythmical "Obsession" brings to mind Miles Davis and his "Filles de Kilimanjaro" music. Both Harrell and Escoffery ride Blake's insistent drumming, each pushing the percussionist to up the intensity. The intensity drops a bit for Grissett's solo yet listen to Blake continuing to accent the beat on his "ride" cymbal and snare while the bassist holds the bottom with his thick-toned phrases. "Bird in Flight" is one more piece where the Fender Rhodes shapes the overall sound and Harrell's melodic yet percussive melody and frequent chord changes gives the work a feeling that is always "rising", like the birds in the title. "Year of the Ox" closes the CD with another insistent rhythm track - the piece has a a marvelous blend of Chinese and Latin influences and more great work from Blake.
Jazz is definitely not "dead" when an album as inventive and exciting as "Roman Nights" crosses one's desk. Honestly, there are moments when I hit "replay" because the tune was so solid or the solos highly exciting. The CD goes on sale March 23 and the Quintet plays the Village Vanguard from March 30 through April 4. This program sounds great coming through the speakers but would certainly be fun in a live setting.
Sul sito di CdUniverse è possibile ascoltare alcuni campioni dell'album ed acquistarlo a questo link