venerdì 30 aprile 2010

Gioie e dolori nell’America degli anni Trenta

Notizia tratta dal sito de Il Giornale:
«Gioie e dolori nell’America degli anni Trenta», la mostra curata da Luigi Sansone e realizzata in collaborazione con la fondazione Antonio Mazzotta, racconta proprio questo e non è un caso che il sottotitolo lo spieghi ancora più esplicitamente: «Dall’euforia alla Grande Depressione». Ospitata a Palazzo Sormani (dal 30 aprile al 10 giugno: orari lunedì-sabato 14-19, chiuso la domenica, ingresso libero), l’esposizione ricostruisce il clima della Grande Depressione nel suo passaggio dall’età felice degli anni Venti alla rinascita della fine degli anni Trenta, e lo fa attraverso documenti e oggetti che raccontano mode, gusti, forme d’espressione e linguaggi. Manifesti, fotografie, cartoline, partiture, dischi in vinile, riviste e gioielli d’epoca, edizioni originali dei romanzi che la raccontarono in presa diretta (da Dos Passos a Caldwell, da Steinbeck a Faulkner) provengono da collezioni private, dalla Fondazione Antonio Mazzotta e dalle ricche raccolte novecentesche della biblioteca Centrale.
Particolare spazio viene dedicato alla musica, che ebbe in quel decennio tragico eppure ricco di voglia di fare e di talenti, un ruolo fondamentale nella strategia di controllo psicologico delle masse. Lo ebbe attraverso la radio e canzoni popolari come Brother, can you spare a dime, fratello, puoi risparmiare un centesimo, attraverso il musical e i film musicali, dove Fred Astaire e Ginger Rogers come ballerini e cantanti e George Gershwin come autore segnarono alcune delle pagine più belle del teatro musicale. A questo proposito la mostra prevede tre appuntamenti concertistici di grande interesse: il primo, il giorno dell’inaugurazione, avrà per protagonista proprio le musiche di Gershwin nell’interpretazione del duo formato dal soprano Karin Schmidt e dal pianista Paolo Alderighi, con in programma un florilegio di motivi scelti fra le sue pagine più famose. L’11 maggio alle 21 ci sarà il secondo, focalizzato sulla musica di Duke Ellington. A ripercorrere la sua opera di compositore sarà un quartetto jazz composto da Cesare Rotondo, Vittorio Chessa, Dario Tosi e Carlo Panzalis. Ultimo appuntamento, l’11 giugno in coincidenza con la chiusura, quando sarà lo swing a farla da padrone: musiche di Cole Porter, Iriving Berlin, Hoaggy Carmichael, saranno eseguite da Alfredo Ferrario, Fabrizio Bernasconi e Franco Finocchiaro.
Si può leggere l'articolo integrale a questo link.

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