lunedì 19 aprile 2010

Casa del Jazz, cinque anni di note

Bell'articolo sul sito dell'edizione romana del quotidiano La Repubblica, che omaggia i cinque anni della nascita della Casa del Jazz a Roma.
In questi cinque anni la Casa del Jazz ha ospitato oltre mille eventi in cui si sono esibiti più di tremila musicisti davanti a 350mila spettatori. Non solo concerti ma anche guide all'ascolto, seminari e master class, gli incontri "Io e il jazz"con Renzo Arbore, Paolo Conte e Ivano Fossati, presentazioni di festival e rassegne, libri e dischi. E poi produzioni discografiche come la collana di cd registrati dal vivo nella Casa, "Jazz Italiano live", giunta alla quarta serie, distribuiti in edicola con Repubblica e L'Espresso che hanno venduto quasi un milione di copie. Il successo ottenuto ha portato alla nascita della "Casa del Jazz Records", nuovo marchio che inizierà ripubblicando i cd della serie che saranno distribuiti da Egea e che in seguito si dedicehrà a nuove produzioni originali, registrazioni storiche inedite o ristampe di dischi rari.
Tantissimi i musicisti che si sono esibiti , dai big italiani quali Enrico Rava, Roberto Gatto, Paolo Fresu, Danilo Rea, Pieranunzi,, Maria Pia De Vito, Stefano, Di Battista, Roberta Gambarini, Rosario Giuliani, agli ospiti internazionali, Gato Barbieri, la Gil Evans Orchestra, Mark Turner, Steve Khun, Miroslav Vitous, Dave Binney, Uri Caine, Dave Douglas, Dave Holland, Jack De Johnette, John Scofield, Peter Erskine, solo per citarne alcuni. Le dichiarazioni raccolte in questi anni testimoniano un grande affetto da parte degli artisti che hanno frequentato lo spazio. "Noi musicisti italiani di jazz siamo ricchi - esclama Rava - guarda che razza di Casa abbiamo". Fresu sottolinea l'incredulità di fronte a una tale struttura: "La Casa del Jazz ce la invidia tutto il mondo, persino i francesi. A Parigi parlano della Casa del Jazz come di un miracolo. E' così perfetta da non crederci". Anche Fossati non limita il suo entusiasmo: "Che bella casa ha il jazz". Arbore apprezza l'aria di festa che si crea soprattutto quando i concerti sono nel parco: "C'è un sottile piacere nell'averne accesso".
Villa Osio risale alla fine degli anni Trenta quando Arturo Osio, tra i fondatori della Banca nazionale del Lavoro acquista l'area e, sulla base di un vecchio casale seicentesco, ne affida la costruzione a Cesare Pascoletti, allievo di Piacentini. La villa è poi passata nelle mani di Enrico Nicoletti, boss della banda della Magliana, quindi confiscata e assegnata al Comune di Roma. L'allora sindaco Veltroni ha fortemente sostenuto l'idea di dedicare quello spazio alla musica, al jazz in particolare: la villa è stata restaurata recuperando il progetto di Pascoletti e trasformando gli interni in funzione della musica, con auditorium, sala prove e registrazione. All'ingresso una lapide con i nomi delle vittime di mafia, realizzata con l'associazione "Libera" di don Ciotti, testimonia la vittoria rappresentata dalla sua restituzione alla città.
L'articolo integrale è a questo indirizzo.

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