venerdì 30 aprile 2010

In dreams: sogni e incubi del primo Novecento sulle magiche note di Fats Waller

Notizia tratta dalla sezione libri del sito della rivista Panorama:
Pubblicata quattro anni fa in tutta Europa e vincitrice di numerosi premi internazionali, esce in una nuova edizione Fats Waller (Coconino Press), la biografia a fumetti del geniale pianista americano nata da un progetto a quattro mani di Igort e Carlos Sampayo.
Quando ero a Parigi ascoltai alla radio la storia di Fats, “dicendomi che sarebbe stato un magnifico fumetto”, racconta Igort sul suo sito. “Chiamai Sampayo, che era, oltre che amico, un mio mito d’infanzia”. Dall’incontro di due menti così libere e fuori dagli schemi – caposcuola della narrazione grafica da quasi trent’anni Igort, ma anche musicista; giornalista, scrittore, sceneggiatore nonché critico musicale esperto di jazz Sampayo – nasce una biografia genuinamente alternative, montata con la tecnica cinematografica del cut up.
Una successione di scene che si intreccia alle vicende di altri personaggi dell’ambiente, musicisti donne clochard discografici amici scrocconi impresari, sullo sfondo della Storia con la maiuscola.
Certo Thomas “Fats” Waller, magistrale pianista e compositore (registrò circa 360 canzoni ma, si dice, ne compose oltre 500) aveva una faccia e fattezze che sembravano una caricatura. E del genio virtuoso ma nero, che faceva ballare la gente con le sue commedie in musica, l’America restituì all’epoca un’icona da cartoon – la faccia “cicciosa” e paciosa, la bombetta storta, la mole goffa e ingombrante, la parlantina svelta.
Igort rinuncia alla tradizione caricaturale per leggere l’anima profondamente blues del pianista. Il successo, la stima dei colleghi, la venerazione del pubblico, la fama di donnaiolo sono gli elementi di contorno. La penna del disegnatore arriva al cuore di una sensibilità troppo acuta e troppo fragile. Dagli accordi e dall’espressione ispirata di Fats sprigionava pura gioia ma dentro, dentro erano solitudine malinconia tribolazione e inquietudine. Assediato dalle donne e dai debiti, Fats era “obbligato” a comporre per vivere, a bere per sopravvivere. La fine fu tragica ma ancora giustificò una lettura da comix: morì assiderato sul vagone di un treno. Un vagone tutto per lui, musicista trentanovenne all’apice del successo: l’impianto di riscaldamento smise di funzionare ma lui era troppo sbronzo per svegliarsi.
Mentre sulle note di Fats l’America balla il New Deal roosveltiano, in Europa si prepara un’epoca buia e dannata. Igort e Sampayo insertano nella storia di Fats scene dal Vecchio Continente: la Spagna dilaniata dalla guerra civile, l’ascesa del fascio in Italia e Germania, le purghe della Russia di Stalin. Ma la musica di Waller arriva dovunque e s’infiltra perfino nel cuore del pregiudizio: può un negro…? Beh, “l’arte si trasmette per strade misteriose”.
Corredano questa nuova edizione di Fats Waller alcune outtakes o “sinfoniette di schizzi e appunti“, come le chiamano gli autori, tavole rimaste nel cassetto che testimoniano il lungo work in progress da cui è sbocciato questo frutto prezioso. Sono abbozzi, studi ma anche quadri autosufficienti. Visionari, onirici, junghiani. Bellissimo il dialogo immaginario con Monk, l’altro tormentato genio della tastiera cui di lì a poco Fats affiderà il testimone di immortale icona del jazz.

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