lunedì 12 aprile 2010

Bitches brew. Genesi del capolavoro di Miles Davis

Bitches Brew. Genesi del capolavoro di Miles Davis di Enrico Merlin e Veniero Rizzardi sarà presentato oggi alle ore 19.00 alla Casa del Jazz di Roma all'interno della manifestazione Jammin' the book.
L'appuntamento è di altissimo interesse, dato che il libro di Merlin e Rizzardi getta una luce pressoché definitiva su uno degli album più discussi della storia del jazz e su un’intera fase della carriera di Miles Davis, spesso interpretata senza coglierne il febbrile quanto meditato travaglio nonché il lucido e visionario disegno creativo.
"I temi portanti – hanno scritto gli autori – sono fondamentalmente due: 1) l’evoluzione della musica di Miles Davis dopo il 1967 e come si è giunti a pianificare il successo commerciale di “Bitches Brew” 2) le sfide tecniche e compositive messe in atto per raggiungere tali vertici."
Sollecitati dalle domande del curatore di Jammin’ the Book, Luigi Onori, Enrico Merlin e Veniero Rizzardi dimostreranno concretamente le loro tesi, soffermandosi sul lavoro di editing (ma sarebbe corretto parlare di vera e propria composizione) realizzato dopo le sedute di registrazione dell’agosto 1969 da Teo Macero e Miles Davis in sede di montaggio. In questo senso saranno da seguire le spiegazioni dei montaggi sonori più interessanti, con il confronto tra la parte scritta e quello che effettivamente finì nei solchi di “Bitches Brew”. Il libro è stato redatto dopo la consultazione – mai resa possibile sinora – di un corposo materiale cartaceo e sonoro in gran parte proveniente dal lascito del produttore Teo Macero alla New York Public Library e dagli archivi Sony Music (che hanno ereditato quelli della Columbia records).
19 agosto 1969. Mentre si ripulivano i prati di Woodstock, Miles Davis portò in studio un'"orchestra" senza precedenti: tredici solisti con chitarre e tastiere elettriche, quattro percussionisti, un clarinetto basso, un sax soprano. Con qualche appunto sulla carta e dopo solo una serata di prove, in tre mattine si registrò un disco la cui portata storica fu subito chiara. Fin dalla sua pubblicazione, "Bitches Brew" ridefinì il campo della musica contemporanea e influenzò intere generazioni di musicisti e di ascoltatori. Era ancora "jazz"? Molti parlavano del capostipite di un nuovo genere musicale che fondeva le sottigliezze improvvisative del jazz con l'energia del rock. Ma la vera, inaudita novità stava nelle proporzioni, nel respiro formale di brani insolitamente estesi per venti e più minuti, frutto di un sapientissimo lavoro di postproduzione. Visionario, psichedelico, progettato come un'opera musicale innovativa e allo stesso tempo pianificato come un grande successo commerciale, "Bitches Brew" fu il risultato di una serie di esperimenti durati alcuni anni, durante i quali la visione artistica di Miles entrò in una fruttuosa tensione con gli interessi del suo editore, ma potè contare sempre sulla sottile mediazione del produttore-compositore Teo Macero. Consultando per la prima volta un corposo materiale d'archivio, e grazie all'accesso ai nastri di lavoro conservati presso la Columbia, Enrico Merlin e Veniero Rizzardi ricostruiscono la genesi dell'album.
Per acquistare il libro sul sito di Internet Book Shop si può visitare questo indirizzo.

Nessun commento:

Posta un commento