lunedì 12 aprile 2010

Recensione di Highway River di Brad Mehldau

Highway River è lo splendido ultimo album di Brad Mehldau, un doppio Cd nel quale il pianista americano si avvale, oltre che del suo solito trio, con l'eccellente Jeff Ballard alla batteria ed alle percussioni, e Larry Granadier al basso, anche di ospiti eccellenti come il batterista Matt Chamberlain e soprattutto dell'eccezionale apporto di Joshua Redman al sax tenore e soprano e di una orchestra da camera diretta dal maestro Dan Coleman.
Il risultato di questa collaborazione è un sensazionale album di pezzi originali di Mehldau, che si conferma uno straordinario compositore in grado di realizzare composizioni accattivanti e con grandi qualità melodiche. Ma questa volta il plus dell'album è certamente il sax di Redman che riesce a dare agli strepitosi pezzi di Mehldau, una luce nuova e più brillante rendendo l'album molto più godibile rispetto a precedenti lavori del pianista, che ho trovato un pò pesanti ad un lungo ascolto. Invece questo Highway River scivola via velocemente grazie ad una serie impressionante di pezzi notevoli, con atmosfere fascinose e nostalgiche che rimandano alle più belle colonne sonore da film. Anche l'orchestra riesce spesso a dare un suo contributo, riuscendo ad impreziosire i gioielli sparsi nell'album, tranne in alcuni casi, in pezzi più evidentemente d'impronta classica, dove secondo me l'album si appesantisce un pò e perde di quella freschezza che è l'impronta che ne caratterizza l'andamento.
Non è un caso che i più bei pezzi dell'album sono quelli dove l'interplay tra il pianista ed il sassofonista è più accentuato. Tra i tanti pezzi degni di nota sparsi nell'album vorrei citare innanzitutto il meraviglioso Don't Be Sad, una delicata ballad dalle atmosfere rarefatte e malinconiche, interpretato degnamente dal tenore di Redman, un vero gioiello. Più brioso, ma altrettanto splendido The Falcon Will Fly Again, nel quale il magnifico sound del soprano di Redman e del piano di Mehldau, che qui rimanda a Jarrett, viene sostenuto in maniera poderosa dalle percussioni di un superlativo Jeff Ballard. Ed ancora Walking The Peak, con un lussureggiante arrangiamento per orchestra d'archi, il delizioso Capriccio, un vero capolavoro di scrittura, nel quale il brillante playing di Mehldau si intreccia ancora una volta in maniera sopraffina con il soprano di Redman che per l'occasione omaggia il sound di Steve Lacy. Quindi Old West, una intensa e malinconica composizione interpretata in maniera intimistica dal duo piano/soprano ed infine l'intricata Come With Me, una composizione con chiari echi shorteriani.
Un album veramente notevole che, a mio modo di vedere, merita gli elogi che si è conquistato da gran parte della critica e dal pubblico, che lo hanno reso il vero evento jazzistico di questo inizio di 2010.
Un grande album che consiglio vivamente di procurarsi.

1 commento:

  1. considero quest'album una vera porcheria. dopo una serie ineguagliata di capolavori, questo e' di una banalita' senza pari. non e' per fare polemica, e' che non riesco a credere che nessuno lo trovi stucchevole.
    marco

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