lunedì 26 aprile 2010

Christian McBride: Dritto al cuore

Una eccellente intervista al bassista Christian McBride è apparsa nella versione italiana dl sito All About Jazz.
McBride parla del suo ultimo progetto, con la nuova formazione gli Inside Straight: con Carl Allen alla batteria, Eric Reed al piano, Steve Wilson al sax e Warren Wolf Jr. alla batteria, dal titolo Kind of Brown
All About Jazz: Ho sentito qualche aneddoto riguardo alla scelta del nome della band, Inside Straight. Come lo hai scelto?
Christian McBride: [Ride] Ok... Una sera di due anni fa ero al Village Vanguard e mi son reso conto che erano 10 anni che non ci suonavo! E ogni jazzista che si rispetti dovrebbe suonare al Village Vanguard. Così chiesi a Lorraine Gordon, la proprietaria del club, se per lei andasse bene, e mi disse, "Certo che mi va, mi piacerebbe davvero che ti esibissi qui di nuovo, però sai che tipo di musica facciamo. La band con la quale suoni di solito [la Christian McBride Band] non va bene, non è la band per il Village Vanguard." Le dissi "Lo so, lo so, metterò insieme una band solo per questa esibizione." Così chiamai Steve Wilson, Warren Wolf, Eric Reed e Carl Allen e ci esibimmo, e fu una settimana così riuscita, dal punto di vista musicale, commerciale ed economico, che eravamo tutti al settimo cielo.
Tutti erano contenti, Lorraine era contenta e facemmo il tutto esaurito per sei sere di fila... A quel punto era chiaro, quella band doveva andare avanti, ogni membro voleva continuare a suonare con gli altri, gli spettatori ci chiedevano di andare avanti, e più di una casa discografica era interessata, addirittura ci dissero "guarda, sia che tu firmi con noi o no, tieni insieme questa band." Era una cosa più grande di noi. Non pensavo di riuscire a tener unita la band, perché ognuno aveva i suoi progetti, specialmente Eric Reed, Carl Allen e Steve Wilson.
Così passò quasi un anno prima che riuscissimo a suonare di nuovo insieme, ma alla fine riuscimmo a combinare alcune date, in occasione del Monterey Jazz Festival, subito prima di entrare in studio a registrare Kind of Brown. Lì a Monterey eravamo in cartellone come il Christian McBride Quintet. Ora, ogni band da cinque elementi è sempre chiamata quintetto: scontato, e abbastanza banale. È curioso per un musicista Jazz essere così creativo nel comporre e tanto banale nello scegliere il nome della band! Il quintetto di tizio qui, il trio di caio là... che noia. Che nome scegliere, quindi?
Eravamo seduti a pensare al nome della band, quando il mio manager ed io ci siamo guardati e lui mi ha detto "senti, facciamo scegliere al pubblico il nome della band." Così dal palco del Monterrey Jazz Festival chiedemmo al pubblico di scegliere il nome. Avrebbero dovuto mandare la loro proposta al mio sito web e la sera successiva avremmo annunciato il vincitore. Alla fine arrivarono quasi 3500 proposte in 24 ore! Ed erano troppe da esaminare in 24 ore. Avrei avuto bisogno di un sacco di gente per vagliarle tutte! Così ci volle circa una settimana per vederle tutte, ma finalmente decidemmo per Inside Straight. Fu una coppia a proporre quel nome, Debra e Doug Moody.
E come mai avete scelto questo nome?
Era intrigante. Inside Straight. Ha quel non so che di audace, essendo un termine del poker. E descrive la band dal punto di vista musicale. Essere dentro lo stile straight ahead con un quintetto completamente acustico, così differente dalle band con le quali ho suonato per così tanti anni. Penso sia per questo che piace così tanto al pubblico. Tutti mi prendevano in giro; erano tutti così ansiosi di sentirmi suonare di nuovo jazz acustico straight ahead. Così mi sono detto "Un momento, la mia band non era mica una Rock band!"
Vero, ma la gente vuole ascoltare il vero straight ahead, quindi il nome Inside Straight era proprio azzeccato.
Come mai c'è voluto così tanto per suonare di nuovo al Village Vanguard? Solo per il tipo di musica che suonavi con la Christian McBride Band, o c'è dell'altro?
Solo per quel motivo. Ma la cosa buffa è che non ho suonato proprio con nessuno al Vanguard in quei 10 anni: in quel lasso di tempo mi sono esibito con Benny Green, con Joshua Redman e con molte altre band che avrebbero potuto suonare al Village Vanguard, ma che semplicemente non l'hanno fatto. Non so perché. Ma penso che il motivo principale sia, come hai detto tu, il tipo di musica che suonavo con la Christian McBride Band. Ma ora è tutto sistemato, dato che la nostra banda è nata al Vanguard.
C'è un club, magari non il migliore di tutti, ma uno dove tu ti sei trovato meglio che in qualunque altro, più a tuo agio? Non so, magari per la sintonia con il pubblico, o per il club in sé, magari per qualcosa legato alla storia del club...
Sì, ci sono un paio di club che penso siano davvero giusti. A Detroit c'è un posto chiamato Baker's Keyboard Lounge che è un club molto antico. Credo sia il terzo o il quarto club più antico del Paese. Aprì negli anni Trenta o Quaranta ed è veramente un gran club. Non lo hanno rimodernato granché nel corso degli anni, perciò conserva la sua atmosfera originaria, e chi lo frequenta è gente della vecchia scuola, veri appassionati di Jazz. Che ne conoscono la storia. Si trova in un quartiere abitato in prevalenza da persone di colore, ed è frequentato da un sacco di gente. Ed è uno dei posti dove più mi piace suonare, il Baker's.
Jazz at the Bistro a St. Louis è un altro dei miei preferiti. Mi piace il pubblico che reagisce alla musica, che partecipa, che urla e strepita. La maggior parte dei Jazz club non sono veri Jazz club, sono ristoranti dove si suona anche il Jazz, capisci? La musica è messa in secondo piano, è un accompagnamento alle portate, ed è davvero difficile trovare quel feeling in posti del genere, dove la gente va per mangiare, non necessariamente per ascoltare musica. Il Jazz at the Bistro invece è uno di quei posti dove la gente va prima di tutto per ascoltare la musica. Non lasciano che il cibo li distolga da quel che accade sul palco. Un altro che mi piace è il Yoshi's a Oakland, riesci sempre ad instaurare un bel rapporto con il pubblico, e questo è vero in molti posti nella Bay Area.
Ci sono poi molti locali validi qui a New York: Village Vanguard, Iridium, Dizzy's, Birdland, The Jazz Standard... sono tutti dei gran bei posti! Non c'è dubbio, qui a New York il pubblico è sempre fantastico!.......
Per leggere l'intervista integrale clicca qui.

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