lunedì 15 marzo 2010

Stasera Pat Metheny al Teatro Smeraldo di Milano

Questa sera a partire dalle ore 21 al Teatro Smeraldo di Milano, concerto di Pat Metheny che per l'occasione presenta il suo ultimo lavoro Orchestrion.
Durante il suo lungo viaggio musicale, Pat Metheny ha sempre prestato attenzione alle possibilità espressive date dalle nuove tecnologie. Oggi, dopo una carriera costellata di successi e premiata con ben 17 Grammy Awards, il grande musicista statunitense propone il suo rivoluzionario concerto “solo”, avvalendosi della sua ultima creazione: Orchestrion. Frutto di anni di studio e di ricerche, Orchestrion è un dispositivo che permette a Metheny di suonare “solo” pilotando dalla propria chitarra e dal proprio plettro un insieme di macchine e robot musicali, creando così la magia di un ensemble con un unico musicista sul palco.
In occasione del concerto di stasera il sito del quotidiano Il Giornale ha pubblicato una bella intervista al chitarrista a firma di Antonio Lodetti.
Caro Metheny, un progetto più da ingegnere che da musicista.
«No, è un progetto che parte da un’idea musicale molto precisa, quella di riuscire a dare ai vecchi strumenti meccanici, come i pianoforti a rullo e appunto gli Orchestrion quello che loro mancava. La parolina magica è dinamica. Il loro suono è sempre noiosamente uguale. La sfida è stata quella di dotare gli strumenti meccanici della possibilità di suonare dal pianissimo al fortissimo. Ho capito che potevo farlo la prima volta che ho sentito il pianoforte Disklavier della Yamaha, l’erede dei vecchi piani meccanici che, grazie all’utilizzo dei solenoidi, riproduce i brani suonandoli in tutta la loro gamma».
Con lei hanno lavorato anche ingegneri e inventori.
«Gli ingegneri che hanno lavorato con me, in particolare Eric Singer della League of Electronic Musical Urba Robots, sono anch’essi musicisti e credo che difficilmente un non musicista avrebbe potuto costruire per me strumenti così sofisticati. Gli inventori sono persone speciali con l’attitudine a risolvere problemi. Io avevo idee molto precise su quello che volevo ottenere per cui ho passato con loro molto tempo a spiegarle. Ma oltre agli strumenti meccanici, ci sono due organi pneumatici che trovo fantastici per timbrica e risposta».
Lei scopre il lato migliore e umano della tecnologia.
«Aspettiamo che sia il pubblico a dirlo, io posso solo stupirmi giorno dopo giorno nel sentire come e quanto Orchestrion si animi della mia anima musicale ogni volta che lo suono, perché tuttò ciò che succede sul palco è determinato dalla mia chitarra».
Quanto tempo ha lavorato al progetto?
«La realizzazione vera e propria, che comprende la costruzione degli strumenti e la scrittura delle musiche del cd, ha preso 11 mesi circa. Se parliamo invece dello studio e delle ricerche che ho fatto per arrivare al risultato finale, dobbiamo parlare di alcuni anni. All’origine di tutto sta un mio sogno di quando ero bambino e passavo ore a giocare con un vecchio piano a rulli che mio nonno paterno teneva in cantina».
Per informazioni sul concerto www.smeraldo.it

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