mercoledì 3 febbraio 2010

Watts (Jeff "Tain" Watts) / Prana Dance (Tom Harrell)

Oggi voglio parlare di due album che ho scoperto recentemente e cho trovato entrambi, anche se in maniera radicalmente diversa, piuttosto memorabili, tanto da classificarli nei primissimi posti di una personale "hit parade" tra gli album del 2009. Gli album in questione sono il fiammeggiante Watts della formazione dell'omonimo batterista e Prana Dance di Tom Harrell.

Watts è lo straordinario risultato dell'incontro di quattro eccellenti musicisti quali Jeff "Tain" Watts, Terence Blanchard alla tromba, Branford Marsalis al sax tenore e soprano e Christian McBride al basso acustico, che per l'occasione realizzano un album in puro stile post-bop al più alto livello, costellato di pregiate e strepitose parti solistiche. La particolare formazione senza piano (tranne che nella ballad Owed nel quale si apprezza la partecipazione di Lawrence Fields), permette di mettere in risalto la potenza e la robustezza del suono di basso e batteria. Watts in particolare non disdegna di prendersi numerosi strepitosi assoli che lo confermano uno dei più grandi batteristi dell'epoca moderna e sicuramente uno dei più vibranti. Assolutamente fantastico il suo assolo in M'Buzai nel quale si registrano una varietà di temi e di ritmi veramente impressionanti. E' quasi inutile poi segnalare la grandezza del duo Blanchard-Marsalis, una coppia affiatatissima e straordinariamente complementare, bravi sia nei torrenziali assolo che nell'interplay di coppia collaudato da anni di proficua collaborazione. Particolarmente brillanti sono le loro interpretazioni in Return of the Jitney Man, un classico bop e tra i pezzi più infuocati che mi sia capitato d'ascoltare ed il magnifico blues Dancin' 4 Chicken, con un grande assolo di Blanchard che gli ha permesso di vincere il Grammy Award come miglior pezzo strumentale.

Radicalmente diverse sono le sonorità presenti in Prana Dance il bellissimo album del trombettista Tom Harrell. Il sound è naturalmente più rilassato, gli assoli meno preponderanti, mentre c'è una maggiore attenzione per la scrittura. Harrel si conferma un magnifico compositore, i suoi pezzi pur intricati e a volta di difficile lettura, mantengono una straordinaria vena lirica che trova un perfetto riscontro nel delicato sound della sua tromba. Ma Harrell è anche uno splendido strumentista la cui vena lirica ed il sound fresco si coniuga con un playing a volte poderoso ed anche veloce, come documentato dalla splendido Sequenza, ben coadiuvato da una solida formazione composta dal sassofonista inglese Wayne Escoffery, suo partner di lungo corso, dal tastierista Danny Grissett, dal bassista Ugonna Okegwo e dal batterista Johnathan Blake. Tra gli altri pezzi degni di nota dell'album segnalerei il brillante ed originale Prana e l'esotico Maharaja.

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