domenica 28 febbraio 2010

Intervista a Bill Frisell

Sul sito dell'Observer Reporter c'è una bel articolo con intervista al chitarrista Bill Frisell:
During a phone conversation early in February, Bill Frisell was momentarily confused about what he would be doing in Pittsburgh Tuesday and who he'd be playing with.
It wasn't forgetfulness on Frisell's part, just the result of a jam-packed schedule that has the jazz guitarist working with different musicians on different projects, and bringing different sets of players with him on the road.
"I have an incredibly luxurious situation," Frisell explained from a hotel room in Minneapolis. "I'm in this amazing thing where I can mix different people and put different combinations together, and it keeps being fresh."
Frisell, who will hit 59 March 18, cut his teeth on the Beatles, Bob Dylan and Jimi Hendrix while growing up in Denver, and got his first break nearly 30 years ago when he filled in for fellow jazz guitarist Pat Metheny at a recording session. In the years since, he's released 30 albums and has collaborated with the likes of Elvis Costello, Elvin Jones and Vernon Reid of the band Living Colour. The All Music Guide calls him "one of the most singular musicians of his generation."
When Frisell stops at the Rex Theatre on the South Side, he'll be fronting the Bill Frisell Trio. Once the tour wraps up, they'll be going into the studio and recording an album based, in part, on material they've worked up on the road.
"It's a pretty new group," he noted. "We've been playing together for a couple of years as a trio. But there will probably be some stuff the audience hasn't heard yet."
E' possibile leggere l'intervista integrale qui.

giovedì 25 febbraio 2010

Il leggendario jazz club Montmartre di Copenhagen riaprirà in maggio

Il leggendario jazz club Montmartre riaprirà il prossimo mese di maggio nella sua sede storica di Copenaghen. Durante gli anni 1960 e '70 il club fu la casa europea per giganti americani come Ben Webster, Dexter Gordon, Stan Getz, Kenny Drew e molti altri.
La storica riapertura è stata predisposta dal 46enne pianista jazz danese Niels Lan Doky insieme al suo amico, ed imprenditore Rune Bech. Essi gestiranno il club su base non-profit.

Re-opening this legendary jazz club is an adventurous dream coming true. This club has a very special place in the hearts of so many people, and I feel humbled and grateful for the chance and opportunity to give this mythical place a new life in a new era. Our ambition is to create one of the most exciting jazz clubs in Europe with a world class music profile.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.jazzhusmontmartre.dk

Euro Jazz Festival di Ivrea

Si svolgerà dal 9 al 14 marzo 2010 la trentesima edizione di Euro Jazz Festival Ivrea, rassegna internazionale tra le più longeve nel panorama musicale primaverile e che ogni anno offre al ciclo degli eventi italiani il meglio della musica jazz.
Note inaugurali martedì 9 marzo a Chiaverano con Claudio Fasoli “Emerald Quartet”, con il bravo sassofonista veneziano, ma milanese d’adozione, accompagnato dai musicisti che hanno pubblicato uno dei più apprezzati cd degli ultimi mesi e intitolato “Venice inside”.
Mercoledì 10 tappa a Bollengo dove suona John Tchicai con il suo Lunar Quartet, con il grande fondatore della “New Thing” a New York negli anni ’60 che propone una visione del jazz a 360 gradi visitando le basi della musica afro-americana.
A Banchette, giovedì 11, ecco un altro evento da non perdere con la presenza di Enten Eller & Javier Girotto. Il gruppo canavesano guidato da Massimo Barbiero ospita il famoso sassofonista argentino con cui è nata una stretta collaborazione anche a livello discografico.
Nella sala Santa Marta di Ivrea, venerdì 12, il duo formato da Laura Conti e Maurizio Verna con un repertorio davvero originale e già applaudito in festivals italiani e internazionali.
Da sabato 13 marzo i suoni dell’EuroJazzFestival riempiono il Teatro Giacosa, sala ottocentesca che offrirà un omaggio a quello che è stato uno dei suoi grandi protagonisti, Gianni Basso, musicista astigiano scomparso la scorsa estate. Ma prima l’eccellente suono della tromba di Flavio Boltro con il suo quartetto dove spicca la presenza di Till Brönner, trombettista tedesco che ha suonato con nomi di fama mondiale. A seguire la Torino Jazz Orchestra adesso diretta da Dusko Goycovich con ospiti di primo piano come Francesco Cafiso e di nuovo Boltro con Brönner per ricordare il sassofonista piemontese e celebrarlo come merita, con artisti di caratura mondiale. Da non perdere nel tardo pomeriggio, il doppio appuntamento musicale con Massimo Barbiero e Rossella Cangini impegnati nella presentazione del cd “Denique caleum” che precedono l’esibizione di Maurizio Brunod e Claudio Lodati.
Domenica 14 chiusura in grande stile per celebrare con un grande del jazz italiano questa trentesima edizione: Stefano Bollani con il Danish Trio per presentare il primo cd del gruppo inciso per la ECM e intitolato “Stone in the water”.

Valdarno Jazz Winter Festival

Ritorna con un’edizione speciale e sotto il segno del grande Jazz il Valdarno Jazz Winter Festival, la prestigiosa kermesse musicale, giunta alla XV edizione, organizzata dall’Associazione Valdarno Jazz diretta dal sassofonista Daniele Malvisi e dal contrabbassista Gianmarco Scaglia, in collaborazione con Eventi Music Pool. La rassegna si terrà nei comuni del Valdarno da Sabato 27 febbraio a Giovedì 18 marzo: otto eventi che uniscono la tradizione all’innovazione ed alla ricerca musicale a 360°
Il programma si inaugura quest’anno con una prima assoluta: il 27 Febbraio ci sarà il concerto di presentazione del nuovo CD del Daniele Malvisi 4et, “Storie Nascoste”. L’album si presenta come una raccolta di brani stilisticamente molto diversi tra loro, il cui filo conduttore tuttavia trae le proprie origini dalla medesima fonte d’ispirazione, ovvero da uno spirito critico nei confronti del mondo dell’informazione e dei media in generale con il conseguente omaggio ad alcune grandi personalità del giornalismo internazionale che nel corso della vita hanno fatto della verità il proprio stile di vita. Malvisi è tra i sassofonisti italiani uno dei più trasversali ed eclettici, attento da sempre ai nuovi fermenti ed in costante ricerca. Suona e lavora stabilmente con tutto il Gotha del jazz nostrano ed internazionale (es. William Parker).
Scendendo nello specifico del resto del programma del Valdarno Jazz Winter, marzo inizia con il concerto-evento della Scott Handerson Band (4.3): il chitarrista Scott comincia a calcare le scene nel sud della Florida suonando brani dei Led Zeppelin fino a James Brown. Il suo stile si forma sulle note di Jimmy Page, Jeff Beck, Jimi Hendrix, Ritchie Blackmore, Albert King e Buddy Guy, ma la strada che intraprende nello studio del jazz e delle sue possibilità espressive lo portano a maturare un linguaggio personalissimo, provare per credere.
Il 5.3 il concerto del Marta Raviglia 4ett unisce alla fluidità della voce di Marta Raviglia le armonie del pianista Simone Sbarzella e la ritmica possente del contrabbasso di Roberto Raciti e della batteria di Claudio Sbrolli.
Sabato 6.3 ci sarà invece la proiezione del film documentario dell’Ass. MACMA tratto dagli eventi della scorsa edizione estiva del festival VALDARNO JAZZ SUMMER 2009 dal titolo : “La società del Jazz”.
Il 7.3 un altro evento speciale, ovvero la lezione concerto tenuta da John Helliwell, il sassofonista dei Supertramp, e dal chitarrista Raimondo Meli Lupi i quali proporranno un repertorio di brani originali dei vari periodi che hanno contraddistinto le teppe fondamentali della storia del jazz, conducendo la ricerca stilistica nei territori dell’interplay e dell’intesa intellettiva. La lezione ha lo scopo di far capire come si riesce a produrre una performance elegante e ricca di atmosfere magiche ed energiche, in un clima di piena sintonia e collaborazione.
Il 12.3, poi, ci sarà la guida all’ascolto e la presentazione del libro “Bitches Brew” del musicologo Enrico Merlin sui caleidoscopici mo(n)di di Miles Davis. Un viaggio attraverso la "svolta elettrica" di una delle figure carismatiche della cultura del'900, attraverso ascolti guidati, aneddoti e racconti.
Il 14.3 ecco il concerto del quartetto di saxs Sax Four Fun la musica delle Alpi e delle Ande” con ospite il grande Javier Girotto, un live che spazia dal jazz più nero al blues, alla salsa ed alle tangenzialità etniche tipiche della world music, una varietà di stili che i musicisti sanno affrontare con disinvoltura e personalità, forti di un affiatamento costruito in un decennio di attività sotto le insegne dei Sax Four Fun.
Chiude il cartellone dei concerti il grande trombettista americano Philip Harper, in quartetto (18.3). Il quartetto si è riunito ad Amsterdam lo scorso inverno, per concerti in Olanda. Durante le performance, l'entusiasmo del pubblico e degli addetti ai lavori è stata ammirevole, fino al punto che il quartetto ha deciso di continuare l'attività concertistica.

martedì 23 febbraio 2010

Il Village Vanguard celebra i 75 anni

Oggi il leggendario club newyorkese Village Vanguard celebra il 75° anniversario dell'apertura, avvenuta il 23 febbraio 1935. Grandi del jazz come John Coltrane, Miles Davis, Bill Evans, Charles Mingus, Thelonius Monk e Cannonball Adderley, solo per citarne alcuni, hanno tutti suonato nel piccolo seminterrato della 7 Avenue, e più di 100 album sono stati registrati qui.
Per onorare l'occasione stasera suonerà Joe Lovano con il suo gruppo "Us Five" con James Weidman (piano), Esperanza Spalding (basso), Otis Brown III e Francisco Mela (batteria).
In rete si moltiplicano le celebrazioni a quello che viene considerato il più importante jazz club del mondo.
Tra questi voglio segnalare l'intervista, nel sito della WNYC, a Lorraine Gordon, moglie di Max, mitico fondatore del club, ed attuale proprietaria sin dalla morte del marito avvenuta nel 1989.
Have you always been a jazz enthusiast?
Well, that was the lucky thing I had in my favor because you have to like something in order to do it. There was a big cult of us in Newark, N.J., where I grew up. We had the Newark Hot Club and all these young kids, not a lot, a few formed this club and we just loved jazz and that’s the kinds of people I hung out with…you know, I wasn’t a Jersey Shore person. I used to go hang out at the bar (Vanguard). You know, Max didn’t look at us too favorably. We had no money. We’d buy one beer or two and pass it around and he’d say, ”Get rid of those kids!” and I vowed revenge.
But I met Max -- I didn’t meet him, I saw him in a restaurant and accosted him. He said sit down, I sat down. I said I have a great artist. He said who? He never heard of him. I have an opening in September…I said great, I’ll take it. And so now I was a booking manager. Anyway, that’s how I met Max.
Did [Thelonious] Monk play in September?
Yes, yes he did, indeed he did. He came down with a wonderful group…and nobody came, nobody knew him. And Max thought I was surely ruining his business, what was I doing –- there’s nobody here. I said, Max, Mr. Gordon I called him, wait, wait, you’ll see, you’ll find out someday. Many years later, I’d hear Max say to other people this man is a genius, he’s great artist. I said where have I heard those words before?

Molto bello è anche il servizio video pubblicato oggi sul sito della BBC per celebrare l'importante anniversario, che è possibile vedere qui.



sabato 20 febbraio 2010

Pee Wee Ellis in concerto al Blue Note di Milano

Domani, venerdì 19, e sabato 20 febbraio il Blue Note Milano (via Borsieri, 37) ospiterà il concerto di Pee Wee Ellis. Il sassofonista sarà accompagnato sul palco del tempio milanese del jazz da: Guido May (batteria), Dan Moore (tastiere), Patrick Scales (basso), Anthony Remy (chitarra) e Martha Hay (voce).
Per queste due serate gli spettacoli saranno alle ore 21.00 e alle ore 23.30,
Negli anni Sessanta Pee Wee Ellis ha militato per lungo tempo come sassofonista nella band di James Brown. Musicista noto come interprete e compositore, Ellis ha lavorato anche con Van Morrison come direttore musicale. Recentemente i suoi lavori hanno assunto una connotazione jazz-funk e dopo un lungo periodo come side man, Ellis si è definitivamente dedicato alla carriera da solista.
Per informazioni www.bluenotemilano.com

Stefano Bollani suona Gershwin a Santa Cecilia

Dopo il trionfale successo, l’estate scorsa, del suo concerto interamente dedicato a Gershwin, sabato 20 febbraio alle ore 18 (con repliche lunedì 22 alle ore 21 e martedì 23 alle ore 19.30), il grande pianista jazz Stefano Bollani torna sul palcoscenico della Sala Santa Cecilia al Parco della Musica di Roma per eseguire dello stesso autore, il Concerto in Fa con l’Orchestra di Santa Cecilia per la Stagione Sinfonica 2009-2010 dell’Accademia.
“Nutro un grande amore per Gershwin – afferma Bollani – Le sue melodie sono gioiose, per poi scoprire che anche armonicamente è un colosso. E sono contento di affrontare a Roma il Concerto in Fa con un’orchestra serissima come quella di Santa Cecilia”. E proprio con il Concerto in Fa, diretto da Riccardo Chailly, Stefano Bollani ha trionfato di recente a Lipsia al Gewandhaus.
Sul podio, come già avvenuto nella precedente esibizione di Bollani con l’Orchestra di Santa Cecilia, l’americano James Conlon che nella seconda parte del concerto dirigerà uno dei suoi pezzi preferiti, La Sirenetta di Alexander von Zemlinsky, poema sinfonico di lussureggiante lirismo ispirato alla celebre fiaba di Hans Christian Andersen.
Zemlinsky, per molti anni considerato un epigono di Wagner, Liszt, Mahler e Strauss, fu invece un Maestro dell’eclettismo musicale post- romantico nella Vienna di 100 anni fa, assai attivo anche come direttore d’orchestra e didatta (fra i suoi allievi anche Alma Mahler). Compositore oggi poco eseguito nei nostri teatri, quest’anno sarà presente a Santa Cecilia, oltre che in questa occasione, anche in aprile con la sua opera "Una Tragedia Fiorentina" proposta in forma di concerto con il Gianni Schicchi di Puccini.

giovedì 18 febbraio 2010

Thelonious Monk: Ode To A Sphere

Sulla rivista JazzTimes è apparso un bel articolo scritto dal pianista Vijay Iyer che presenta interessantissime riflessioni sulla musica di Monk.
There is immense power and careful logic in the music of Thelonious Sphere Monk. But you might have such a good time listening to it that you might not even notice. That, of course, would be your problem, not his.
Monk was an architect of feeling. His tunes were slick, inhabitable little rooms that warmed the heart with their odd angles and bright colors. Somehow he knew exactly how to make you feel good—and I mean exactly, as if it were medicine, or gastronomy, or massage, or feng shui.
The idea that music that feels good might require craft, discipline and hard work runs contrary to prevailing wisdom about Monk. Many people still harbor a false and uncharitable image of an untutored, unpolished, intuitive savant. But close attention to Monk’s music reveals the result of decades of purposeful experimentation, discovery and refinement.
The groove was paramount: “When you’re swinging, swing some more,” he’d say. For this very reason, his critically maligned Columbia years are actually my favorite; the groove is so deep, anything seems possible. Monk’s sense of time alone was legendary. He could play with or against the beat but his inner pulse was always strong and centered. The complex dialogue between his two hands on the stride-piano selections demonstrates this, as do his microexpressive treatments of standards. And the rhythmic permutations of “Straight, No Chaser” or “Evidence” or “Criss Cross” or even “Jackie-Ing” reveal a mischievous rigor, grounded in a lifetime of polyrhythmic experience.
And you can’t ignore his shocking sonorities, the economy and clarity of his melodies, the specificity and care lavished on every last detail. His was an elemental approach to composition: He worked not with pre-given notions of melody, rhythm and harmony, but with the fundamentals of sound, time and perception.
Potete leggere l'articolo integrale qui.

mercoledì 17 febbraio 2010

Mwaliko nuovo album di Lionel Loueke

Il grande chitarrista africano Lionel Loueke ha appena pubblicato il secondo album per l'etichetta Blue Note, intitolato Mwaliko (che in Swahili significa "invito") seguito dello straordinario Karibu del 2007.
L'album comprende alcuni magnifici duetti con la straordinaria cantante (anche lei del Benin come Loueke) Angélique Kidjo, con la cantante/bassista Esperanza Spalding, il bassista camerunense Richard Bona e il batterista Marcus Gilmore (nipote del leggendario Roy Haynes), oltre a tre nuovi pezzi del suo solito trio con il bassista Massimo Biolcati e il batterista Ferenc Nemeth.
L'album mette in mostra una sensazionale capacità di fusione tra jazz e musica africana con Loueke al solito grande sia alla chitarra acustica che elettrica.
Per informazioni e per ascoltare alcuni pezzi dell'album visitate il sito del musicista.
Per gli amanti del chitarrista consiglio di non perdere la recentissima partecipazione alla trasmissione radiofonica della WNYC, Soundcheck, che potere ascoltare cliccando qui.

Jazz a Bollate

La Mingus Dynasty, Tullio De Piscopo e la Jazz Tribe sono i protagonisti della 14^ma edizione di Conoscere il jazz, la rassegna promossa dall’Associazione Bollate Jazz Meeting con il contributo dell’Assessorato alle Culture e Identità della Regione Lombardia e di quello alla Cultura del Comune di Bollate in programma dal 1 al 22 marzo 2010.
La manifestazione quest’anno assume le caratteristiche di un vero e proprio festival sia per la formula, non più strettamente legata ad una tematica ma sostituita da proposte musicali diverse tra di loro, sia per quanto riguarda la sede dei concerti che si terranno tutti nel centralissimo e più capiente Teatro Splendor.
Ad introdurre la rassegna lunedi 1 marzo il musicologo Maurizio Franco terrà una conferenza presso la Biblioteca di Bollate in cui illustrerà i diversi aspetti del jazz di oggi che saranno proposti nei 3 concerti in programma
A dare il via alla rassegna l’8 di marzo la Mingus Dynasty, composta da 7 elementi . Il gruppo nato per iniziativa di Sue Mingus, vedova di Charles Mingus, con la missione di tramandare la grande eredità del geniale compositore americano Il suo organico è composto alcuni dei migliori musicisti della scena di New York.
Il 15 marzo sarà protagonista il jazz italiano. Il celeberrimo batterista Tullio De Piscopo presenterà il giovanissimo sassofonista Mattia Cigalini. Ad affiancarli uno dei più importanti rappresentati del jazz italiano nel mondo il trombettista Flavio Boltro, accompagnato dal pianista Andrea Pozza e del bassista Riccardo Fioravanti. Nell’occasione verrà presentato il cd Arriving Soon realizzato per il mercato giapponese.
Il 22 marzo Bollate tornerà ad incontrare New York ospitando la Jazz Tribe, un gruppo di latin jazz composta da alcune tra i migliori ed influenti musicisti della grande Mela come il sassofonista Bobby Watson, il percussionista Ray Mantilla ed il batterista Victor Lewis.
Per informazioni clicca qui!

New Conversations Vicenza Jazz

Nel maggio 2010 giunge alla XV edizione il festival “New Conversations - Vicenza Jazz”.
Programmata, come di consueto per nove giorni continuativi, fra il 7 e il 15 maggio 2010, la XV edizione avrà per titolo "Allonsanfàn: il jazz di là dalle Alpi” e sarà in gran parte dedicata ai musicisti, alle opere e, in generale, al ruolo avuto storicamente dalla cultura francese e francofona nella definizione del jazz europeo. Uno sguardo alla Francia giustificato internazionalmente dal centenario della nascita di Django Reinhardt (considerato il padre del jazz europeo) e localmente dalla ricorrenza dei quindici anni di gemellaggio con la città di Annecy.
Ecco che nel maggio 2010, nella visione del direttore artistico Riccardo Brazzale, si esibiranno a Vicenza molti fra i maggiori musicisti francesi di ambito jazzistico, a iniziare dal fisarmonicista Richard Galliano, passando poi ai contrabbassisti Renaud Garcia-Fons, Michel Benita ed Henri Texier e sino alla sassofonista Géraldine Laurent e al batterista italofrancese Aldo Romano. Ma ancor più significativi saranno almeno un paio di progetti italofrancesi che vengono ripresi a Vicenza proprio per l’occasione: l’omaggio multimediale al cinema di Truffaut da parte della pianista Rita Marcotulli e quello alle canzoni di Charles Trenet ideato dalla cantante Barbara Casini.
Ciò non toglie che questo filo conduttore principale lasci spazio anche ad altri grandi interpreti del panorama jazzistico nazionale e internazionale, con la presenza di grandi interpreti italiani (fra gli altri Roberto Gatto, Fabrizio Bosso, Danilo Rea, Paolo Damiani, Pietro Tonolo, Paolo Birro) e soprattutto celebri musicisti internazionali: Brad Mehldau, Joshua Redman, McCoy Tyner, Roy Haynes, Gonzalo Rubalcaba, Jeff Ballard, Chuck Israel, oltre alla band degli Incognito (questi ultimi si esibiranno nello spazio a ingresso libero di Piazza dei Signori).
Un progetto importante sarà poi quello del sabato di chiusura con l’Orchestra Jazz dei Conservatori del Veneto che presenterà una particolare versione di “Pierino e il lupo”, con il capolavoro di Prokofiev rivisto dall’arrangiatore Roberto Spadoni per organico jazz e, soprattutto, per l’inusuale voce recitante di Elio, popolarmente noto quale leader delle “Storie Tese”.
In mezzo, tanti personaggi del jazz italiano e soprattutto internazionale, e tante idee come quella di un trio in residence: quello del pianista nordico Soren Kjaergaard, con Ben Street al basso e Andrew Cyrille alla batteria. L’intera domenica, dal pomeriggio alla notte, sarà della Scuola di Musica Thelonious che festeggia quest’anno il ventennale.
Per informazioni www.vicenzajazz.org

sabato 13 febbraio 2010

Woody Allen a Venezia inaugura il nuovo tour

Woody Allen al clarinetto e la sua New Orleans Jazz Band inaugurano in prima assoluta a Venezia il nuovo tour 2010. Il 30 marzo il Gran Teatro la Fenice ospitera' il concerto del regista americano, appassionato di musica jazz, in particolare di quella classica americana degli anni Trenta e Quaranta. Dopo Venezia, Allen sara' a Roma, il 31 marzo, all'Auditorium Parco della Musica.
Il tour tocchera' poi Monaco, Amburgo, Berlino, Vienna, Ginevra, Barcellona.
Allen sarà accompagnato da una formazione composta dal direttore musicale Eddy Davis, Jerry Zigmont (trombone), Conal Fowkes (pianoforte), Simon Wettenhall (tromba), John Gill (batteria) e Greg Cohen (basso).

giovedì 11 febbraio 2010

Miguel Zanon a Soundcheck

Il grande sassofonista Portoricano Miguel Zanon ha presentato dal vivo alcuni pezzi del suo nuovo album Esta Plena, nella trasmissione radiofonica Soundcheck sulla emittente WNYC.
E possibile ascoltare la trasmissione a questo link o scaricarla in formato MP3.

Intervista a Robin D.G. Kelley autore di una nuova biografia di Monk

Il blog Bop and Beyond pubblica una bella intervista al professore Robin D.G. Kelley autore di Thelonious Monk: The Life and Times of an American Original, una straordinaria biografia del grande pianista.
Il libro si basa su documenti esclusivi della famiglia Monk e da registrazioni private, così come da un decennio di ricerche prodigiose, nei quali lo storico Kelley porta alla luce un Thelonious Monk sorprendentemente diverso, spiritoso, intelligente, generoso, impegnato politicamente, brutalmente onesto, ed un padre e marito devoto.

Despite previous biographies and a documentary film, Monk still appeared to many to be an extremely obscure and mysterious figure. You had unprecedented access to Thelonious’s family and friends, as well as many home and personal recordings. Was it difficult to separate Monk’s public persona from his private one? How much of the public myth surrounding him was self-reinforced?
Access to the Monk family materials and, more importantly, to Monk’s family and closest friends was essential for discovering who Thelonious was as a person, his demons and charms, and what he was up against. After years of digging, three things became very clear: first, that the media (going back to about 1947) essentially created and kept alive the public image of Monk we’ve inherited; second, that Monk himself had a bit of an investment to maintain the image of him as eccentric or “crazy” as a strategy to protect his own identity and privacy; third, that the range of behaviors Monk exhibited cannot to attributed to any one factor, and what is often called “eccentric” is often misunderstood. His actions, as I make clear in the book, have to be understood in context; each moment is situational.
Per maggiori informazioni sul libro potete visitate il sito ad esso dedicato.

Gianni Basso - Una vita con il sax

E' in vendita sul sito di Fabiano Editore un splendida biografia di Gianni Basso, alla quale ha contribuito lui stesso alla stesura, al prezzo promozionale di € 19.
Una biografia, soprattutto se di un grande personaggio, deve essere, nel suo insieme, una storia di umanità. I buoni frutti possono nascere solo dai buoni alberi, così come le grandi opere scaturiscono dalla carica d'amore che riesce ad esprimere chi le produce.
È vero che il contesto storico e ambientale influiscono sulla formazione del personaggio e, spesso, ne guidano l'opera, ma alla fine è la sensibilità soggettiva, formatasi attraverso l'esperienza di un "vissuto" complesso e a volte sofferto che dà l'impronta.
Ed è in coerenza di quanto detto che si può affermare, senza dubbio, come per Gianni Basso l'amore che ispira il suo modo di essere significhi dedizione al proprio mestiere e illimitata fiducia nei propri mezzi, sommati al piacere di comunicare e rendere partecipi gli altri della sua vita attraverso il jazz. Ma c'è di più. Come ogni grande uomo Gianni è rimasto fortemente attaccato alle proprie origini, ai ricordi, legato al suo passato. Fatto di amicizie, serate all'osteria, personaggi semplici ma di grande saggezza, scorci suggestivi di paese, cultura di provincia, alla quale ha aggiunto un notevole bagaglio di conoscenze acquisite girando il mondo da professionista importante: cose che lo hanno aiutato a crescere. Ecco. Se per capire Basso bisogna contestualizzarlo nella Cultura del nostro tempo e nella storia della Musica, non bisogna dimenticare di ricercare nel suo «intimo», per scoprire quelle tracce di esistenza e quei valori che gli hanno trasmesso quel particolare tipo di sensibilità umana che contraddistingue un artista vero.
Questo libro vuole essere, prima di tutto, una testimonianza di affetto nei suoi confronti e, quindi, l'omaggio dovuto ad un uomo dall'animo grande, che ha fatto della musica una ragione di vita. Infine, spero che il mio lavoro possa contribuire all'interno di una bibliografia già monumentale che parla dell'Artista, a far conoscere ulteriormente la personalità di Gianni attraverso la narrazione di vicende inedite, scaturite dalla quotidianità.
Per maggiori informazioni ed acquistare il libro cliccate qui

lunedì 8 febbraio 2010

Dee Dee Bridgewater celebra Billie Holiday

Sul Giornale un bel articolo di Antonio Lodetti parla della grande cantante Dee Dee Bridgewater e del suo prossimo album To Billie With Love: A Celebration of Lady Day
Superfluo dire che è una cantante versatile; la sua voce insolitamente elastica, che oscilla dal blues alla ballata, dal sussurro all’urlo, dallo scat al pop, l’ha portata sul trono del canto jazz. Dee Dee Bridgewater è abituata alle sfide impegnative (anni fa ad esempio, in Dear Ella, si cimentò con il repertorio di Ella Fitzgerald) e stavolta va a ripescare il mito di Billie Holiday con l’album, in uscita nei prossimi giorni, To Billie With Love: A Celebration of Lady Day. Più di vent’anni fa Dee Dee si era calata nei drammatici panni della Holiday in teatro con un certo successo, ora ha ripreso il suo repertorio, lo porta in giro per l’America e il Giappone in applauditi concerti, e per noi lo riversa in un cd.

sabato 6 febbraio 2010

Bergamo Jazz 2010

La XXXII edizione di “Bergamo Jazz” si svolgerà dal 19 al 21 marzo 2010: un saluto musicale all’inizio di Primavera evidenziato dal titolo Spring In Jazz scelto da Paolo Fresu, che lo scorso anno ha ereditato da Uri Caine la guida di uno dei più longevi e gloriosi festival jazz d’Europa. E così come avvenuto nel 2009, anche il prossimo anno i mille suoni del jazz si diffonderanno in vari angoli della città, ad iniziare dal Teatro Donizetti, sede tradizionale del festival, organizzato come di consueto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo e dal Teatro Donizetti. I concerti serali saranno quindi accompagnati da altri appuntamenti ospitati al Teatro Sociale, all’ex Chiesa della Maddalena e in altri luoghi. Prestigioso come sempre il cast artistico, che nell’insieme offrirà un significativo spaccato delle molteplici anime che oggi coabitano in armonia nel mondo del jazz, fra rimandi alla storia della musica afroamericana e proficui incontri con altre musiche.
Venerdì 19 marzo, la prima delle tre serate al Teatro Donizetti, verrà aperta dall’inedito faccia a faccia tra due fuoriclasse del jazz del Vecchio Continente: Richard Galliano e John Surman. A far da prevedibile collante tra il fisarmonicista francese e il polistrumentista britannico, la capacità di entrambi di dialogare nel solco di una musicalità dai molteplici ingredienti sonori, inclusi il tango ed echi del folklore nordico. La loro esibizione sarà seguita da quella di una delle ultime leggende viventi del jazz: Ahmad Jamal, il pianista prediletto dal “divino” Miles Davis. Il musicista di Pittsburgh, dove è nato del 1930, si produrrà alla testa di un quartetto comprendente, fra gli altri, il percussionista Manolo Badrena, già componente negli anni Settanta dei leggendari Weather Report.
Sabato 20, il compito di salire per primi sul palcoscenico del Teatro Donizetti spetterà a Misha Alperin (pianoforte e voce), Arkady Shilkloper (corno, flicorno e voce) e Sergey Starostin (clarinetto e voce), ovvero il Moscow Art Trio, formazione dall’originale impianto strumentale che mescola richiami accademici e folklorici con il linguaggio improvvisativo di derivazione jazzistica. La seconda parte della serata sarà affidata al nuovo quintetto del più internazionale dei jazzisti italiani, Enrico Rava, affiancato dal vulcanico trombonista Gianluca Petrella, dal talentuoso pianista Giovanni Guidi e da un tandem ritmico di valore costituito dal contrabbassista Piero Leveratto e dal batterista Fabrizio Sferra.
Domenica 21, i riflettori saranno prima puntati sul pianista cubano Omar Sosa e poi sul San Francisco Jazz Collective. Artefice di un’affascinante mix che ingloba elementi caraibici, africani e, ovviamente, jazzistici, Omar Sosa presenterà il suo Afreecanos Quintet, gruppo multietnico che allinea la cantante maliana Mamani Keita, il mozambicano Childo Thomas (basso), i cubani Leandro Saint-Hill (sax alto e flauto) e Julio Barreto (batteria). Diretta emanazione del festival californiano da cui prende il nome, il San Francisco Jazz Collective è una formazione ad organico variabile che di volta in volta ospita al suo interno musicisti differenti. L’edizione che arriverà a Bergamo si configura come una autentica all-stars delle ultime generazioni di jazzisti d’oltre Atlantico, schierando il trombettista Avishai Cohen, i sassofonisti Miguel Zenon e Mark Turner, il trombonista Robin Eubanks, il vibrafonista Stefon Harris, il pianista Ed Simon, il contrabbassista Matt Penman e il batterista Eric Harland. In repertorio storiche pagine di Horace Silver, alfiere negli anni Cinquanta dell’hard bop e del soul jazz.
Per ulteriori informazioni visitate il sito del Teatro Doninzetti

Cinzia Tedesco a Radio 1 Rai

Martedi 9 febbraio, la cantante Cinzia Tedesco parteciperà alla trasmissione START su RADIO 1 RAI condotta da Giandomenico Foderaro dove presenterà il suo nuovo CD appena pubblicato dalla CNI Music e dal titolo 'Like a Bob Dylan'.
Durante il programma la cantante eseguirà anche alcuni brani dal vivo, accompagnata al pianoforte da Stefano Sabatini che è anche il curatore degli arrangiamenti del CD.
Il programma che andrà in onda dalle ore 10.30 alle 11.30, potrà essere ascoltato anche via internet dal sito di radio Rai cliccando qui.

giovedì 4 febbraio 2010

Esce "Sam I Am" album di debutto per il 15enne violinista Sam Weiser

L'etichetta Disappear Records sta per pubblicare Sam I Am album di debutto del giovanissimo violinista Sam Weiser.
Weiser si è già conquistato la fama di violinista prodigio, strumento che ha iniziato a suonare all'età di tre anni, ed oggi, all'età di quindici, è il primo studente di pre-college ad aver guadagnato l'accesso alla prestigiosa Manhattan School of Music, nei corsi di violino classico e jazz.
Nell'album Weiser svaria in maniera piuttosto convincente in differenti stili quali gypsy jazz, swing, bebop, klezmer, musica Brazilian e folk, includendo pezzi di Santana, Eddie Palmieri, Pearl Jam, Bill Monroe e George Shearing, accompagnato da prestigiosi musicisti come Sonia dei Disappear Fear, il chitarrista Lulo Reinhardt (nipote di Django) ed il batterista Dennis Chambers.
Su You Tube si può ammirare un video di questo giovane violinista nella cover del celebre Europa di Carlos Santana

Parco della Musica Jazz Lab

Primo appuntamento all’Auditorium con il Parco della Musica Jazz Lab, un ensemble di giovani musicisti tra i più noti e validi dell’attuale panorama jazzistico italiano, che lavorerà con il trombettista Enrico Rava nell’arco di due anni per mettere a punto una serie di progetti originali. L’esordio è avvenuto a Orvieto il 3 gennaio, nell’ambito di Umbria Jazz Winter. Per l’occasione Rava ha scelto alcuni dei brani più suggestivi tratti dal song book di Gershwin per riproporli in una nuova e originale versione. Durante tutta la sua carriera Enrico Rava ha cercato con passione la collaborazione dei giovani musicisti. Ne ha coltivato le doti artistiche, li ha instradati e li ha fatti suonare in Italia e all’estero. Per questo la Fondazione Musica per Roma si è rivolta a lui per capitanare un collettivo stabile e dinamico, in grado, di reggere il confronto con i big della scena internazionale. I musicisti che si esibiranno stasera sono: Enrico Rava tromba, direzione, Francesco Fratini tromba, Gianluca Petrella trombone, Mauro Ottolini trombone, tuba, Gianluigi Trovesi clarinetti, Daniele Tittarelli sax alto e soprano, Dan Kinzelman sax tenore, arrangiamenti, Marcello Giannini chitarra, Giovanni Guidi pianoforte, Stefano Senni contrabbasso, Zeno De Rossi batteria
Per informazioni visitare il sito dell'Auditorium.

mercoledì 3 febbraio 2010

Watts (Jeff "Tain" Watts) / Prana Dance (Tom Harrell)

Oggi voglio parlare di due album che ho scoperto recentemente e cho trovato entrambi, anche se in maniera radicalmente diversa, piuttosto memorabili, tanto da classificarli nei primissimi posti di una personale "hit parade" tra gli album del 2009. Gli album in questione sono il fiammeggiante Watts della formazione dell'omonimo batterista e Prana Dance di Tom Harrell.

Watts è lo straordinario risultato dell'incontro di quattro eccellenti musicisti quali Jeff "Tain" Watts, Terence Blanchard alla tromba, Branford Marsalis al sax tenore e soprano e Christian McBride al basso acustico, che per l'occasione realizzano un album in puro stile post-bop al più alto livello, costellato di pregiate e strepitose parti solistiche. La particolare formazione senza piano (tranne che nella ballad Owed nel quale si apprezza la partecipazione di Lawrence Fields), permette di mettere in risalto la potenza e la robustezza del suono di basso e batteria. Watts in particolare non disdegna di prendersi numerosi strepitosi assoli che lo confermano uno dei più grandi batteristi dell'epoca moderna e sicuramente uno dei più vibranti. Assolutamente fantastico il suo assolo in M'Buzai nel quale si registrano una varietà di temi e di ritmi veramente impressionanti. E' quasi inutile poi segnalare la grandezza del duo Blanchard-Marsalis, una coppia affiatatissima e straordinariamente complementare, bravi sia nei torrenziali assolo che nell'interplay di coppia collaudato da anni di proficua collaborazione. Particolarmente brillanti sono le loro interpretazioni in Return of the Jitney Man, un classico bop e tra i pezzi più infuocati che mi sia capitato d'ascoltare ed il magnifico blues Dancin' 4 Chicken, con un grande assolo di Blanchard che gli ha permesso di vincere il Grammy Award come miglior pezzo strumentale.

Radicalmente diverse sono le sonorità presenti in Prana Dance il bellissimo album del trombettista Tom Harrell. Il sound è naturalmente più rilassato, gli assoli meno preponderanti, mentre c'è una maggiore attenzione per la scrittura. Harrel si conferma un magnifico compositore, i suoi pezzi pur intricati e a volta di difficile lettura, mantengono una straordinaria vena lirica che trova un perfetto riscontro nel delicato sound della sua tromba. Ma Harrell è anche uno splendido strumentista la cui vena lirica ed il sound fresco si coniuga con un playing a volte poderoso ed anche veloce, come documentato dalla splendido Sequenza, ben coadiuvato da una solida formazione composta dal sassofonista inglese Wayne Escoffery, suo partner di lungo corso, dal tastierista Danny Grissett, dal bassista Ugonna Okegwo e dal batterista Johnathan Blake. Tra gli altri pezzi degni di nota dell'album segnalerei il brillante ed originale Prana e l'esotico Maharaja.

lunedì 1 febbraio 2010

I vincitori dei Grammy Awards per il Jazz

Sono stati assegnati i Grammy Awards, uno dei premi più importanti degli Stati Uniti, per il settore musicale.
Per il jazz i vincitori dell'anno sono stati:
Best Contemporary Jazz Album
75 - Joe Zawinul & The Zawinul Syndicate
Best Jazz Vocal Album
Dedicated To You: Kurt Elling Sings The Music Of Coltrane And Hartman - Kurt Elling
(con al terzo posto So In Love dell'italiana Roberta Gambarini)
Best Improvised Jazz Solo
Dancin' 4 Chicken - Terence Blanchard - Track from: Watts (Jeff "Tain" Watts)
Best Jazz Instrumental Album, Individual Or Group
Five Peace Band Live - Chick Corea & John McLaughlin Five Peace Band
Best Large Jazz Ensemble Album
Book One - New Orleans Jazz Orchestra
Best Latin Jazz Album
Juntos Para Siempre - Bebo Valdés And Chucho Valdés
Per maggiori informazioni consultare il sito della manifestazione.

Articolo su Fred Hersch sul New York Times

Il New York Times ha recentemente pubblicato un meraviglioso e toccante articolo, a firma del critico David Hajdu, sullo straordinario pianista Fred Hersch.
L'articolo racconta la incredibile e miracolosa rinascita dell'artista che, malato di Aids, è stato per ben due volte in fin di vita nel 2008 a cause di gravi forme di polmonite Nel momento peggiore della malattia Hersch cadde in coma per oltre due mesi, nei quali perse le sue funzionalità renali, rendendo necessario l'ingresso in dialisi; i medici furono anche costretti a praticargli una tracheotomia e per ben otto mesi non fu in grado di bere o di cibarsi.
Inoltre l'Aids passato al cervello gli aveva causato una forma di demenza che lo aveva portato all'isolamento fisico e mentale causato da una grave forma di paranoia.
Ma grazie ad una straordinaria forza d'animo ed alla riuscita delle cure mediche, oggi Hersch è un uomo pienamente recuperato; lo scorso anno ha pubblicato due albums: un concerto dal vivo della sua Pocket Orchestra, ed una registrazione per piano solo intitolata Fred Hersch Plays Jobim, oltre ad avere in cantiere altre tre registrazioni.
“I thought every album I did was going to be my last album,” he went on. “Being sick and knowing my time is precious has made me want to be totally myself in my music. I decided that I wasn’t interested in playing hip music for hip cats. So I don’t pander to an audience. I’m completely comfortable with what I do, and I just don’t care what other people are doing.” He coughed a bit of iced tea into a paper napkin.
"It’s kind of a miracle that I’m here at all,” he said matter-of-factly. “It’s interesting — I had to learn to work with a more limited palette, technically, as a pianist. At the same time, I felt stronger than ever, creatively. I found that I had more interesting things to say musically. I had more to express, and what I had to say didn’t require pyrotechnics. The way I deal with the disease is, even though it has the power, I am not going to acknowledge that it has the power to mess with me.”
Vi consiglio di non perdere questo eccezionale ritratto.